Susy, ma che cosa voleva Susy ancora, l’aveva cosparsa di cera, aveva usato su di lei quel corto frustino che le aveva segnato il corpo. Dalla frusta era terrorizzata, dopo il servizio che aveva subito nella casa di Hong Kong, ma aveva sopportato quel corto scudiscio da cavallerizzo aprendo le gambe e le aveva detto di colpire li……
Era ancora esausta, ma su quel lettino era riuscita a rilasciarsi completamente, aveva il corpo lucido di crema, Susy invece non le dava tregua e non capiva se fosse stato M…..o fosse lei che agiva per gelosia. Sentì di nuovo il cloc del moschettone del guinzaglio che scattava e un forte strattone che la fece quasi cadere a terra dal lettino di massaggio. L’altra donna ora era fredda, era come se si fosse trasformata. Non era più la dolcissima Susy capace di darle piacere con solo il tocco delle dita, ma era una padrona che imponeva. E che padrona, i suoi splendidi occhi azzurri erano diventati di ghiaccio e il completo nero che portava la faceva sembrare ancora più fredda . Un aderentissimo vestito che le arrivava pressoché all’inguine lasciando niente all’immaginazione. Una profondissima scollature le metteva in risalto i seni quasi completamente scoperti. Le impose così di mettersi in piedi, lei era completamente nuda e scalza e nei suoi rispetti sembrava ancora più minuta visto che l’altra donna portava un paio di tacchi vertiginosi. Fu così in piedi e abbassò la testa quasi a muto consenso. Ma prima di avviarsi ci fu la frase tagliente della sua amica ora padrona.
“In ginocchio e lecca”
Si rivide nel corridoio del locale di New York all’ Hellfire, quando si era fatta leccare da una schiava. Ora le parti si erano invertite, toccava a lei leccare……E lo fece con dovizia, la sua lingua, il suo viso si strofinò all’interno delle cosce di Susy fino a risalire sulla sua farfalla dove con la bravura di una puttana scafata si perse a titillare con la sua bocca le ninfe fino a farla vibrare tutta. L’altra donna ne fu felice e al sentirsi dire che era una troia si bagnò anche lei. Ora era scattato in lei qualche cosa, si stava nuovamente eccitando al pensiero che avrebbe succhiato il cazzo di uno schiavo. Seguì la su amica attraverso delle stanze e poi scesero una rapida scala a chiocciola. Si accorse che entravano nei sotterranei della villa. L’attanagliò la paura, c’erano delle porte chiuse quasi fossero celle poi si fermarono davanti a una e entrarono…..All’interno nella penombra c’erano delle persone, volti anonimi che la guardavano come se fosse un trofeo e in fondo alla stanza sotto un fascio di luci un uomo nudo anche lui con il collare, ma il suo collare era legato a una catena infissa nella parete. Era un animale, il corpo segnato da striature rossastre e aveva il cazzo in semi erezione.
”Eccoci qua, ti presento la bestia a cui devi dare piacere, tutti qua dentro conoscono la schiava bianca della gabbia , la masochista puttana che sei…..e conoscono la tua arte nel fare pompini, fallo sborrare e bevi tutto, dopo ti daremo un premio”.
Fu fatta avanzare, la donna le tolse il guinzaglio e legò anche lei a un’altra catena infissa nel muro. I due animali si sarebbero dati piacere davanti a tutti, ci furono delle acclamazioni…Frauen und Herren si accettano scommesse in quanto tempo farà godere lo schiavo…….. Lei alla catena era sempre più eccitata sentiva che si stava bagnando e non si sarebbe meravigliata se gli astanti avrebbero visto l’interno delle sue cosce lucido…..Si avvicinò al giovane con la voglia che l’attanagliava. La sua mano gli sfiorò le gambe per risalire lentamente verso il suo ventre, abbassò la testa e la sua lingua saettò sui suoi piedi. Gli succhiò l’alluce quasi fosse un cazzo per quasi mostrargli di che cosa sarebbe stata capace di fare con il suo uccello e poi la sua lingua proseguì verso l’alto, i polpacci, interno delle cosce , si fermò sulle palle per leccare avidamente gli titillò anche il buco del culo cercando di forzarlo: a quel punto dal pubblico ci furono dei commenti…..prendilo come un uomo, impalalo con la mano e poi succhiagli il cazzo, fallo girare…..sembrava che anche lo schiavo capisse quelle parole e lentamente si inginocchiò davanti a lei mostrandogli il culo, non era più una schiava ora ma doveva fare la padrona davanti a quel pubblico…..come una pazza si buttò a leccare avidamente le natiche dell’uomo e a succhiare il suo buco scuro…mentre lo faceva la sua mano corse al suo ventre cercando di darsi piacere con carezze leggere, sentiva che l’uomo apprezzava e poi si mossero le sue dita, lo iniziò a impalare lentamente le sue dita entravano e uscivano, si accorse che il suo culo era stato abbondantemente sfondato e le dita in breve tempo da una passarono a tre poi a quattro, ora la sua mano si chiuse a pugno e con un piacere perverso, per tutto quello che le avevano fatto quasi vendicarsi lo violentò con cattiveria, entrò fino al polso e oltre , lui mugolò e il suo cazzo si ratrapì, perse lattice bianco, godeva con il culo pieno, Schiavo fino al midollo, gocce caddero sulle piastrelle bianche del palco e liquame scuro usci, dal culo aperto, lei continuò con rabbia, poi lentamente tolse la mano sporca, il pubblico era in visibilio…..Come presa da un raptus la sua lingua corse sul corpo dell’uomo, quasi volerlo pulire e assaporare lo schifo che ne era uscito…..la cagna trionfava, si crogiolava in quello sporco che aveva procurato e che iniziava a sporcare anche lei….l’uomo, fu riverso e la sua bocca sporca di tutto si appropriò del suo cazzo…..iniziò a succhiarlo, titillarlo, trangugiarlo, lo succhiava, le sue dita continuavano a ravanargli il culo, si divertiva, lo faceva fremere, il cazzo dello schiavo e anche se aveva goduto ridivenne duro, lo faceva indurire e se lo trangugiava fino in gola come sapeva farlo lei, l’uomo non esisteva più esisteva solo il suo uccello e lei lo amava come una sacerdotessa di venere. Alla fine venne di nuovo, lo sentì esplodere nella sua bocca il lattice bianco e si sciolse anche lei nella sua goduria perversa …..la gente la guardava affascinata, lei minuta, con in corpo ancora i segni del corto frustino di Susy, ma non se ne dispiaceva. Dimostrava che era capace di dare piacere a chiunque, cagna perversa infoiata esclusivamente amante di quell’estremità dell’uomo………. per lei non c’era altro, trionfava la sua libidine. L’uomo era disteso, lei in ginocchio davanti a lui tra le sue gambe, era piegata leggermente, dalla bocca socchiusa le colava piacere poi lentamente la sua mano corse sul cazzo di lui e iniziò a segarlo di nuovo, lo voleva duro, non gli dava tregua lentamente lo fece lentamente ma inesorabilmente, appena ebbe raggiunto una certa consistenza gli salì sopra e si impalo. Erano due corpi nudi alla catena, che si chiavavano davanti a degli spettatori, la scena era torbida e neanche Susy si aspettava una cosa del genere, lei mosse leggermente i fianchi come una danzatrice di venere con i suoi muscoli interni lo massaggiava, la scuola della casa di Hong Kong dava i suoi frutti……era diventata una cagna esperta e sapeva far godere chiunque…..l’uomo venne dentro di lei, si sentì riempire ed ebbe un orgasmo.Si eccitava farlo li davanti al pubblico e dimostrare così quanto fosse porca la donna di M…… con un movimento da serpente si sfilò dal cazzo e continuando a strisciare sul corpo di lui fermò le sue ninfe sopra la sua bocca dove si scaricò tutta, lo riempì di sperma e anche altro, lui era immobile e poi si girò e iniziò a leccarlo……cagna fino in fondo, amava lo sporco e nello sporco si crogiolava trovando piacere…….Tutti la guardavano affascinati e in quel momento intervenne Susy.
“Bene avete visto in azione la puttana della gabbia e vi porto il premio che le daremo e che voi vedrete prenderlo” …erano quattro maschi muscolosi completamente nudi e anche molto ben forniti, salirono sul piccolo palco e furono immediatamente attorno a lei che quasi non ne poteva più, dalla stanchezza non si era neanche alzata in piedi ma a questo, Susy non le interessava, voleva spremerla a tutti i costi quasi celasse una forma di invidia; Gli uomini i le furono addosso e lei seduta si trovò circondata da quattro cazzi che puntarono immediatamente alla sua bocca…..succhiò, sego, trangugiò, ne ebbe due assieme dentro che le slogavano le mandibole e appena i due smisero ecco un altro non darle requie, giù fin oltre la gola provocandole conati di vomito e mentre tutto questo succedeva le mani degli uomini accarezzavano il suo corpo, lo pizzicavano, lo palpavano e ne violavano gli orifizi era letteralmente in mano loro come una barca nella tempesta e quasi non reagiva, ma nonostante questo l’eccitazione le stava aumentando, lei la donna di M…….era protetta dagli dei della Santeria: la dea Ochun e loro non lo sapevano. Non lo sapeva neanche Susy che cercava di infierire su di lei. Lei lentamente, anche se strattonata e pizzicata, si riebbe, il piacere le colava di nuovo e la sua bocca succhio e sputo, dette piacere quegli uomini, lo sperma le colava addosso e strisce biancastre erano sul suo corpo, sui suoi seni e il viso era ormai ridotto a una maschera , ma lei continuava quasi accecata, apriva a aspirava, succhiava, Gli uomini allora si calmarono un momento, non paghi due si misero con le gambe in croce e i loro cazzi si avvicinarono formando un unico simulacro di carne…..era grosso e largo, un palo turgido, Lei ebbe paura , ma fu presa e calata su quella carne palpitante…..non avevano nessuna intenzione di chiavarla, ma le violarono il culo e questa volta con due cazzi contemporaneamente per lei fu tremendo, per la posizione per l’insieme delle cose, li davanti a un pubblico di voyeur venne mentre la forzavano e l’orgasmo le esplose irradiandosi in lei e un urlo le uscì dalla bocca…….da quel volto coperto da tutto quasi accecato, aprì la bocca e mentre gridava le infilarono il cazzo del terzo uomo fino in fondo alla gola che le piegò brutalmente mentre il quarto con quasi una acrobazia gli si piantò in figa . Piena, piena di tutto, vennero tutti e quattro, vennero contemporaneamente squassandola , stantufandola, lei era pressoché impalata e poteva solo ricevere ridotta a una bambola di carne , lo schiavo intanto si era ritirato in un angolo e vedendo una scena simile si toccava, anche gli spettatori non si aspettavano una cosa simile e la lussuria aleggiava in quella stanza. Lei ormai non capiva più niente e se la fece addosso, si sporcò tutta i suoi sfinteri si aprirono per la goduria e per le introduzioni maligne che le aveva subito. Come un rottame si trovò seduta di nuovo sulle piastrelle fredde e si ricordò di quello che era successo……e quella maschera coperta di sperma e altro aprì la bocca e chiese…..pisciate pure fate quello che volete sono il vostro cesso. Non aspettavano altro quattro getti furono sulla sua faccia puntando sulla bocca, lei bevve avidamente e con le mani si strofinava il resto per pulirsi il corpo con ciò che non riusciva ad inghiottire, ridotta letteralmente a una fogna, ma non le interessava niente, lei aveva goduto e non erano riusciti a farle chiedere basta. La lasciarono così in mezzo ai suoi liquidi esausta, con un collare legato alla catena infissa nel muro, si distesa in quel suo brodo respirando appena , le sensazioni per lei erano fortissime e in quel momento tutto il suo masochismo, la ricerca della sporcizia le erano usciti, voleva lui lo voleva con tutta l’anima, voleva andarsene da quella casa, voleva un aereo per l’Asia e la sua amica ormai le dava la nausea, non capiva il suo cambiamento. Ricordò lui la prima volta che si erano incontrati all’Oriental Hotel, alla sua passeggiata nuda per le vie di Bangkok nel quartiere cinese, lei completamente nuda come una delle tante puttane che si vendevano in quei bordelli, legata al guinzaglio che lui tirava e la gente neanche si fermava, quei volti enigmatici privi di espressione….una puttana bianca , una più una meno per loro era del tutto indifferente, quella palestra dove per la prima volta nella sua vita aveva provato sul suo corpo più mani di uomini che le avevano provocato un orgasmo lasciandola su quel viscido pavimento quasi nuda…….. svisceratamente lo voleva, e se avesse fatto altre porcate…….. e sapeva che ci sarebbero state , voleva lui che la vedesse e che la costringesse, gli mancava quell’uomo, quello sguardo beffardo ma sapeva che di li a poco sarebbe partita e questa volta da sola, la donna di M……partiva per l’Asia
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