Lei si era appisolata, il cane silenzioso iniziò a strofinare il suo naso umido sulla sua coscia, era tesa, aveva tutti i nervi a fior di pelle ma quel naso le dava come calma, ….poi iniziò a leccarla, quasi per pulire tutto quello schifo che aveva appiccicato addosso. Sentire quella lingua calda era piacevole…la bestia mugolava come per farle coraggio quasi rincuorarla, quel grosso cane ora le aveva messo la testa tra le gambe,lo accarezzava tra le orecchie e lui iniziò a lapparla li, le provocò brividi di piacere, quella grossa lingua la faceva tremare, le divaricò di più quasi senza volere, il piacere si stava facendo strada in lei quasi inconsciamente, ora la sua mano corse verso il ventre dell’animale, sulla sua sacca che conteneva il cazzo, vide quella punta rossiccia uscire, anche la bestia si stava eccitando; l’altra sua mano corse sui capezzoli e chiuse gli occhi, la lingua le entrava ormai in profondità come un cazzo, i brividi aumentavano in maniera geometrica, sempre di più……E poi…..successe quello che doveva succedere, lei si inginocchio e il cane fu dietro a lei….sentì le sue zampe sulla sua schiena e….venne il piacere dato dalla bestia e anche la bestia godette…….era successo quello che doveva succedere . Arrivò così l’alba nella foresta del Peten. Il caldo umido si fece immediatamente sentire, con le prime luci tutto un canto d’uccelli e i rumori tra i cespugli Quando aprì gli occhi si ricordò tutto quello che era successo e iniziò a piangere, era sicura che Susy fosse morta e lei ormai abbandonata al suo destino, non avrebbe più rivisto M…… Guardando tra le tavole vide l’aia ancora deserta, la colpì un paio di maiali che pascolavano, le fecevano schifo, con la loro pelle sporca e il loro grugnire….Aveva una corda al collo , il laccio la stringeva e ne sentiva il bruciore sulla pelle , il collarino da gatta era stato tagliato. Non Portava i vestiti, si ricordò che la maglietta era stata completamente stracciata e i pantaloni lo erano anche, sentiva la bocca arsa e le labbra ormai secche, aveva sete, fame non sapeva neanche lei, aveva voglia di fuggire, di gridare, era disperata, puzzava di sudore, piscio e anche sperma che aveva dovuto ingurgitare . Vide attraversare quel cortile assolato una donna, portava una ciotola e si stava dirigendo verso la stamberga dove si trovava, armeggiò attorno alla porta e entrò era un india del posto, dai caratteri misto asiatici, poggiò per terra davanti a lei la ciotola indicandogliela, lei fece per prenderla ma si bloccò, il guinzaglio che portava al collo era corto, non arrivava. Con un sorriso sardonico le indicò le mani, le dovette mettere dietro alla schiena e le legò con del nastro adesivo. Ora era immobilizzata, allungò la ciotola e le disse “mangia…” dovette lappare come un animale, si sporcò, immerse la testa in quella brodaglia, aveva fame, sete non ce la faceva, con le mani legate strettamente dietro alla schiena il suo petto esplodeva in avanti…la donna con rabbia le pizzicò i seni quasi con invidia, i suoi seni che si vedevano in tutto il loro splendore. Provò un senso di vergogna, così mostrata si sentiva peggio di una bestia, maltrattata, percossa, obbligata. La brodaglia conteneva qualche cosa di strano. La testa le iniziò a girare e ondate di nausea le attanagliarono lo stomaco era drogata, questo lo capiva le volevano togliere la personalità…Voleva M…..lo chiamava con la forza della sua mente con tutta la sua volontà, chiedeva aiuto…Si accasciò su quel pavimento sporco fatto di terra nuda. Sentì altre mani che armeggiavano sul suo corpo, la lama di un coltello tagliò le funi, era nuda, offerta, un uomo si mise a ridere ….delle mani corsero sul suo corpo, la forzarono, le forzarono il culo …era un oggetto. Le sue ninfe erano secche le facevano male, la paura le bloccava lo stomaco …ora l’effetto di quello che le avevano dato era più forte, oltre alle vertigini lampi di colori era ormai in trance, ebbe un fremito, il suo ventre continuava ad essere secco…fu tirata come un animale, nuda completamente fu al centro dell’aia. Li c’era un palo e li legarono la corda ….Era ormai una delle tante bestie della fattoria , il sole cocente la cucinava…un uomo con una canna dell’acqua la lavò, lo spruzzo era forte, fatto per farle male sentì un po’ di refrigerio e si trovò li seduta nel fango, nuda con gli anelli che si vedevano e che attiravano gli sguardi dei suoi carcerieri , capirono il suo ribrezzo verso i maiali e glie li avvicinarono, cercò di fuggire , li nel fango ma non ce la fece, il laccio le stringeva il collo e la corda era corta…… la donna le mise una crema, sembrava ci tenessero al suo corpo quasi lo volessero intatto. Due uomini le si avvicinarono e la bloccarono…era terrorizzata, vide un rasoio, lo passarono sulla sua testa, la rasarono completamente , ora era proprio nuda le tolsero anche le sopracciglia, glabra, solo pelle sposta al sole . Era mostrata, soppesata da mani estranee, degradata , umiliata a questo puntavano era come se le prendessero le misure per fare poi cosa….? Aveva il corpo completamente nudo e il cranio rasato, vestita solo degli anelli era li sotto il sole, sulla sua schiena i segni bluastri dei colpi di scudiscio che aveva preso quando aveva dovuto accontentare i suoi carcerieri con la bocca, non era più lei era solo una cosa. Nello stesso momento dalla foresta due lenti di canochiale la stavano guardando. Dopo una marcia forzata erano giunti a portata e si preparavano….
” Una cosa è viva e questo è già buon segno “
disse don Josè a M….
“ Ma non sappiamo quanti sono, noi siamo solo nove, dobbiamo aspettare questa sera, sorgerà la luna piena e molto probabilmente arriverà altra gente per assistere al sacrificio se ci muoviamo adesso li avremo tutti addosso mentre se aspettiamo li avremo serviti su un piatto di argento… e poi le carte di Mama Dolores non sbagliano, la morte con la sua falce farà saltare diverse teste. “
“Si aspettiamo li voglio tutti”
Così rispose M…affilando il suo macete . Don Josè lo guardo sopra pensiero
“ El gringo è proprio un gringo, ama il rischio dovrebbe fare il matador, ama il sangue e la vendetta”
Lei era sempre legata, vide arrivare altre due persone, li sentì confabulare e fu indicata. La donna la venne a prendere, tirando la corda la portò dentro la casa, qui oltre alle quattro persone che l’avevano rapita ne trovò altre due. La guardavano come un oggetto e con un misto di riverenza, l’uomo più anziano indicando gli anelli che portava al seno e alle ninfe dette l’ordine di toglierli , si avvicinarono a lei e senza tanti complimenti li tranciarono con le cesoie …l’ultimo ricordo di M……il suo padrone cadde per terra, ebbe un brivido di disperazione quegli anelli per lei avevano un significato, non poteva perderli. L’uomo da un astuccio ne prese altri cinque, pesanti in oro e giada. Li soppesò tra le mani e indicando la donna disse di metterglieli, la trascinarono sul tavolo e li la fissarono, gambe e braccia divaricate, poi la forzarono, le furono di nuovo tutti addosso e la violentarono brutalmente di nuovo cazzi e cazzi per la sua figa e per la sua bocca, fu lavata di sperma, ne aveva di nuovo in ogni dove, sembrava si volessero approfittare di lei per un ultima volta, ridotta ormai ad essere un fantoccio, la comparsa da sacrificare, non capiva ancora quello che le stava succedendo, la droga faceva effetto e neanche sentiva i cazzi che la forzavano era come se fosse in un nirvana le infilarono quei pesanti pendagli che le allungarono la sue grandi labbra e le tirarono le punte dei seni verso il basso; poi con una pinza le forarono il naso, fu un dolore fortissimo, gridò con quanto fiato avesse in gola, il grido fu sentito anche nella foresta M…digrignò i denti,
“ Non se ne deve salvare uno”.
Lei svenne, con una secchiata d’acqua la fecero rinvenire, fu rimessa in piedi, ormai il suo volto stava assumendo le sembianze del dio Serpente signore della luna Chihucotal, le allungarono gli occhi con un sapienti colpi di pennellino, e le sue unghie furono dipinte in azzurro, il colore femminile della luna. Le misero un copricapo in testa, una magnifica corona di giada ornata dalle piume del Chetzal, l’uccello del paradiso, colori sgargianti…altri ornamenti sulle braccia e gambe……poi fu fatta sedere, le bloccarono la testa con il laccio e la legarono nuovamente alla sedia, non poteva muoversi, la donna le diede da bere altra acqua dal sapore amaro, aveva sete e la ingurgitò tutta d’un fiato, non ce la faceva più, il suo corpo era sudato e forse anche aveva la febbre, del sangue le stava colando dal naso. Il grosso pendaglio che lo trafiggeva le arrivava quasi fino al mento….Bevve avidamente e quel liquido ambrato le diede alla testa, fu come un lampo, tutto iniziò a girare e una risata le uscì dalla gola, non era più lei , vagava su una prateria , correva in un cielo azzurro e saltava ( il fascino del paiote, i suoi alcaloidi sono devastanti al suo confronto lsd è una bibita ,provare per credere ma sono altre storie), andò in convulsioni e quasi crollò , uno degli uomini del gruppo la guardava preoccupato.
“Forse la dose è stata troppo alta e la perdiamo……”
Lei era in un altro mondo, era di nuovo con M… dopo una corsa a per di fiato nella prateria, era felice, era ritornata nella stanza del castello dove si erano amati quella notte, quando lei era giunta dall’Asia, ora vedeva volti degli antenati sorridenti che li guardavano mentre i loro corpi tremavano di piacere,un senso di pacatezza e una leggera euforia, era li con il suo uomo, il suo sorriso, tutti i nomi che si erano dati e che se li erano tolti uno ad uno nel silenzio di quelle volte mentre il fuoco ardeva nel camino, anche quella notte in cielo la luna piena, la luna che si specchiava nella Sava, il gusto della lussuria, la gabbia il suo esibizionismo l’amore fatto in aereo, le stalle dove uno stallone le provocava una strana eccitazione , flasch, lampi di luce tutto un susseguirsi di immagini, ma lei stava bene. Se la sua mente ormai vagava oltre il tempo il suo corpo era li, seduto su quella sedia, immobile, le persone all’interno della fattoria a spettavano che il tempo passasse, sarebbe arrivata altra gente, la luna sorgeva verso le sei della sera e il raggio di luna che aspettavano avrebbe colpito l’altare nella foresta esattamente mezz’ora dopo, dalla casa un sentiero, uno spiazzo davanti ai resti di un tempio…li avrebbero sacrificato la dea…… Lui M… era seduto appoggiato a un albero, controllava il binocolo di un fucile ad alta precisione, il primo colpo sarebbe stato suo, non poteva mancare…ricordò il giorno in cui vide lei , quella comitiva di turisti italiani, tirati e perfetti nei loro vestiti all’ultima moda, e tra loro era lei quel splendido visino ornato da due occhi semplicemente verdi , era bellissima nel suo completo, l’aveva colpita subito nella sua semplicità e in quella sessualità che sprigionava il suo corpo; Il negozio dove aveva comprato il collare, la faccia enigmatica dell’asiatico che glie lo aveva venduto, come gli aveva mostrato il fermaglio per bloccarlo, e il guinzaglio da fissare al moschettone. Quel venditore aveva capito tutto, non era per un animale ma per un essere umano….Poi la sera lei splendida con quel Bubu dai riflessi argentei che niente lasciava all’immaginazione, le trasparenze, il minuscolo perizoma che portava e si intravvedeva, un corpo da favola fatto per dare piacere e da esaltare con quella sorta di esibizionismo perverso che aveva in lui. Una forma di esibizionismo che era uscita anche a lei, quel suo eccitarsi nelle situazioni più folli….nella palestra dove l’aveva data in pasto ai boxer , l’aveva spinta leggermente lei se ne sarebbe potuta andare mentre quasi come in trance si era diretta in mezzo a quei maschi dove la paura e il sesso aleggiavano…Nuda in mezzo a quegli uomini con il vestito ormai tolto, palpata, strusciata da cazzi diversi e lei tremante di goduria , poi quando se ne andarono, era ancora eccitata, in ginocchio su quel pavimento viscido di sudore e sporco mentre con le mani si teneva il ventre scosso dagli spasimi dell’orgasmo che la stava facendo tremare. Il suo collo offerto e in quel momento lui le mise il collare, Lei aveva accettato tutto, come se avesse offerto il collo per diventare una schiava ; completamente nuda, le ginocchia sporche e il corpo lucido, sudato con gocce di piacere dei boxer che le scendevano lungo le gambe, dalla schiena, dalle mani , l’animale sacrificale per calmare la paura e farli sfogare. Era lei, la stessa donna che era stata nuda per le vie di Bangkok come una delle tante puttane e per Hong Kong quando era stata condotta nella gabbia. I filmati del suo addestramento quando aveva accettato tutto, in aereo aveva accettato di fuggire, di salire su quell’auto e buttarsi in quell’avventura. No, non poteva sbagliare quel primo colpo. Lei ormai era diventata parte di lui e per lui era tutto; passavano i minuti ormai era questione di poco, gli uomini erano sudati, l’odore della paura e l’eccitazione aleggiava anche da loro. Il luccichio delle lame dei macete ( chi è stato in Centro America non da turista ma per lavoro e mi legge, sa che il sabato si beve e poi ci sono i duelli rusticani; non parlo della capitale ma di paesini piccoli dove il rum e altri additivi naturali la fanno da padrone , duelli dove ci scappa il morto come la box thay fatta esclusivamente per un pubblico di scommettitori e non per i turisti..così va il mondo) affilatissimi pronti a tranciare tutto quello che la loro lama trova sulla corsa del suo fendente.
“ Credo ci siamo” disse Don Josè, “Vedi di caricare e regolare il canocchiale, il primo colpo è il tuo devi salire li in cima lo spiazzo lo avrai a portata e vedrai tutto”
I negri e i cinesi ormai si erano eclissati ed erano tutto attorno; la morte ormai stava affilando la sua falce e l’aveva portata in alto pronta per la sua discesa. Videro una sorta di processione, che si dirigeva verso la spianata del tempio dove c’era l’altare, lei era bellissima ornata come una Dea……
CONTINUA