Era ancora li distesa su quel tavolo, liscia depilata le sue ninfe spiccavano lucide, le avevano appena fatto un ditalino al culo e tremava, tremava anche per il dolore che aveva ai capezzoli resi gonfi dalle punture delle formiche , l’eccitazione stava salendo, ma non bastava, ma le misero anche un unguento dall’odore forte, paciuli, balsamo di tigre, odore dell’oppio, la strofinarono accuratamente fin dentro il suo ventre e il suoi ventre esplose, urlò di piacere, si contorse, voleva essere posseduta, la sua figa era diventata quasi come una bocca famelica cercava cibo cercava cazzi che placassero la sua fame. Voleva essere piena fino all’inverosimile, tra le ondate di piacere partivano dal suo ventre dalle contrazioni della sua figa e si andavano ad infrangere in testa provocandole una confusione che non la faceva più connettere era in un’altra dimensione, voleva cazzo voleva sperma che la lavasse voleva il suo sperma , che ingurgitasse nei suoi buchi fino a tracimare come lava incandescente. Si ricordava perfettamente, la fecero alzare da quel tavolo, le gambe le tremavano sui suoi tacchi a spillo, di cui era solamente vestita assieme al collare, lui le aveva staccato il guinzaglio….La voce della Cinese…” Ora è pronta dalle tutto il piacere che ti chiederà e pronto lo sei anche tu”, Mentre lei era sul tavolo in quell’estasi una cinese si era strofinata su di lui sfiorandole il cazzo con le sue mani lucide di crema e il resto del corpo, lo avevano spogliato, i suoi vestiti erano li al suolo vicino alla poltrona dove si era seduto….Nudi tutti e due andarono nella stanza rossa….il caldo era soffocante i loro corpi erano lucidi di sudore di altro, erano ricettivi e i loro sensi e le loro sensazioni erano aumentate al massimo. Quel caldo opprimente il sudore che scendeva lungo il suo corpo eccitato…….le vampate di piacere. Il suo ventre per quello che aveva fatto e le avevano fatto si contraeva in continuazione, era in un nirvana dato dai sensi….qualunque tocco, qualunque cosa che la sfiorasse le provocava piacere. Si avviarono così verso la camera rossa. Non c’era l’aria condizionata, le pale del condizionatore giravano pigramente . Luci rosse, lenzuola di un rosso cupo. Il letto era un alcova circondato da una zanzariera che lo metteva ancora più in penombra e accentuava i chiaro scuri. Di sottofondo una musica cinese e poi loro due, i loro corpi si avvinghiarono con rabbia , la voglia, il piacere la voglia del corpo di lei preparato per il sesso, per la lussuria . La sentiva vibrare sotto di lui , sentì che le sue mani che gli cercavano il cazzo, era come un indemoniata, voleva quella carne, voleva quel rosso palpitante che le entrasse nel suo ventre…….Voleva il piacere che la inondasse di più e che le desse alla testa quasi come una droga .
“Prendimi, squartami, aprimi qui c’è la tua cagna”
Lo incitava, lo voleva dentro. Sentì il cazzo che si faceva lentamente strada nel suo corpo, i muscoli del suo ventre si chiudevano attorno a lui quasi ad accarezzarlo…..non si immaginava minimamente che di li a pochi giorni si sarebbe dovuta esercitare in quell’arte in una villa sul Mar Giallo a HongKong . Lo sentì gonfiarsi sempre di più, , espandersi, quella punta ferina la trapanava e le dava piacere. Ondate sempre più forti…. Poi esplose, le sue gambe si chiusero attorno al suo corpo per aderire di più, si contorse , le sue mani le sue unghie si piantarono nella sua schiena , sgorgò sangue, sangue e piacere. Diede affondi, la pompò con rabbia quasi volerla trafiggere, farle male, piacere e dolore , prima la costrizione, l’oggetto tra i maschi infoiati in quella palestra , ora il dolore che si confondeva alle scosse elettriche che partivano dal suo ventre. Venne anche lui lo sentì tremare sentì il suo lattice bianco che tracimava dalla sua figa. Era letteralmente un lago, le sue cosce erano lucide ma non si dava pace , i loro corpi si capovolsero su quel letto dal colore rosso cupo. Le lenzuola erano fradice di sudore e altro, lei le fu sopra, non voleva che uscisse, con un lento movimento di fianchi lo rivitalizzò,drogata di piacere, drogata di lui per mantenerlo in vita continuò con foia a trapanarsi il ventre , si alzava quasi facendolo uscire, poi si lasciava cadere su quella carne . Voglia, voglia di essere piena, non le era mai successa una cosa simile con il suo compagno in Italia, tutti i suoi sensi erano ricettivi al massimo . Si contorsero, come l’edera si avvinghia al muro come l’edera entra nei muri, così sentì il suo cazzo che si piantava nel suo buco scuro, e iniziava a forzarlo , la schiacciava, si faceva lentamente spazio nel suo intestino…lei con le mani cercò di allargarsi ,. Mugolava,muggiva, lo incitava a entrare più a fondo . Le sue mucose accarezzavano quella carene provocandogli nuove sensazioni. Lui ad un certo punto si sfilò con lentezza per poi dargli un affondo brutale, gridò, venne….fu un nuovo piacere, un piacere sporco, il cazzo comprimeva la sua merda e si sporcava , sapeva dalle sensazioni che provava che lui di li a poco sarebbe venuto nel suo culo, l’avrebbe inondata anche li. Lui venne lo sentì inturgidirsi e lo sentì godere dentro di lei. Lunghi fiotti entrarono nel suo intestino , filamenti bianchi per il suo nirvana e altri filamenti filtrarono dal suo culo per andargli a pulire le palle. Si chetarono per un momento, il tempo di riprendersi. Puzza, i loro corpi sudati e ricoperti di tutto, puzzava l’ambiente di voglia , puzzava di femmina e di maschio. Il loro piacere aveva letteralmente inzuppato quell’alcova, ma non si davano pace. Quella stanza rossa fatta esclusivamente per i sesso più sfrenato. Era li, seduta in aereo e se la ricordava perfettamente. Le pale del ventilatore che giravano pigramente e loro due, un maschio e una femmina che si amavano in maniera disperata. Il gusto della lussuria che le era uscito, un gusto sconosciuto che non sapeva di avere. Questi erano i pensieri che aveva mentre l’aereo ormai era sul mediterraneo e puntava dove sorge il sole . Si ricordava benissimo dopo essere stata inculata con rabbia, le sue dita erano andate sul suo buco scuro grondante del suo sperma poi se le era portate alla bocca, sapore di sperma e di merda che poi aveva trasmesso nella sua bocca , cagna senza ritegno che pisciava stando a quattro zampe con la gamba alzata così che lui vedesse la sua figa. Così in quella stanza fino all’albeggiare, la stessa alba che ora vedeva dall’aereo, era diretta da lui. Il rientro in albergo, l’incontro con il suo compagno italiano, si era presentata con un vestito da Tahy fatto con sete pesanti . Era sgattaiolata in camera prima che arrivasse la comitiva di Italiani. Lui l’aveva trovata ormai a letto profondamente addormentata, almeno lui credette così, che lei avesse appena chiuso gli occhi. Entrata in camera si era fiondata sotto una doccia ristoratrice, si era lavata del piacere che aveva ancora appiccicato addosso…..Li ora sotto le lenzuola il classico bacio i loro corpi si erano avvicinati e avevano fatto all’amore; lei gli era letteralmente saltata addosso e lui dopo un attimo di ritrosia per l’incazzatura furibonda che si era preso per la serata aveva accettato di buon grado. Baci, carezze, strusciamenti, si trovava tra le mani una femmina calda che neanche si immaginava……In lei era scattato qualche cosa di diverso, tutte le barriere che aveva avuto e per le quali si era trattenuta erano saltate. . Voleva sesso, voleva cazzi, voleva sentirsi femmina a 1000. Gli fece una pompa che lo lasciò letteralmente steso, senza fiato. Gli aspirò letteralmente l’anima e poi non paga fece di tutto per rivitalizzarlo, lo voleva dentro e dentro lo ebbe. Senti quel cazzo che si faceva strada in lei, la sua figa voleva essere riempita e ci riuscì, si fece sbattere come una cagna, non le interessava altro, voleva quella carne, la voleva sentire palpitare e gonfiarsi dentro di lei . Il sonno li prese così con un orgasmo furibondo. L’indomani per la colazione quando scesero lei si mise una mini mozzafiato . Voleva essere guardata. Non lo sapeva neanche lei se lo faceva per il suo esibizionismo che le era uscito per cercare di farsi vedere da lui da quello sguardo sornione che aveva dato una svolta alla sua vita. Al self service buffet fu circondata da gli altri membri della comitiva che le raccontarono il giro che avevano fatto le danzatrici Thay, la cena a base di caopat e poi il tour notturno nella zona dei casini e le case di massaggio che avevano spiegato più o meno sono la stessa cosa. Casini , bordelli dove le femmine in gabbia facevano di tutto, avevano addirittura visto una che si stappava la bottiglia di birra con i muscoli del ventre tanto erano forti…… Lei ascoltava con aria meravigliata , tra se e se sorrideva, anzi aveva un leggero sorriso sulle labbra . Loro non sapevano che quella notte lei era stata una di quelle femmine da casino, era stata circondata da maschi infoiati nella palestra che l’avevano ricoperta di piacere, e era stata sditalinata nel culo da una donna. Mentre pensava a queste cose lo vide, era assieme ad altre persone, era sceso anche lui . C’era anche una donna, ebbe un attimo di gelosia, voleva quell’uomo, l’aveva stregata e lo voleva tutto per se. I loro sguardi si incrociarono, le sorrise . Lei si sentì……si, aveva voglia di nuovo, pensò alla camera rossa ……Loro avrebbero fatto un giro al Flottin Market e poi sapeva che sarebbero partiti, il loro giro continuava a Ceng May l’antica capitale per poi rientrare a Bangkok dove avrebbero preso l’aereo per Hong Kong. Lui le aveva detto che forse di sarebbero rivisti e pensando a quella frase le venne quasi il batticuore . Voleva ancora quell’uomo che le aveva dato tanto piacere che le aveva fatto scoprire un lati di lei che non conosceva. A Ceng May l’antica capitale si fermarono alcuni giorni, fecero tappa al Rincom Hotel . Lei non fece altri giri con la comitiva, con una scusa, sentendosi indisposta passò il suo tempo sul bordo della piscina ad impigrirsi e ad eccitarsi si sentiva bagnata fradicia. Le bastava chiudere gli occhi, accarezzata dal tepore di quel sole per vedersi circondata da cazzi e da uomini. Lei nuda, quella carne che le entrava in ogni buco, un mare di sborra e di piscio un mare lattiginoso che la impastava tutta fin quasi a soffocarla. Era li, distesa da sola e si accorse che la foia la stava prendendo……..Corse in camera……I camerieri dell’albergo videro passare una magnifica donna avvolta da un pareo che niente lasciava all’immaginazione . Fu in camera, si spogliò completamente e si distese su quel letto morbido. Volarono le lenzuola, si poggiò sul cuscino in una posizione semi distesa e iniziò a toccarsi, voleva essere piena di nuovo, voleva cazzi, voleva quel cazzo che le aveva dato piacere nella camera rossa. Il suo corpo sudato e le sensazioni di goduria iniziarono nuovamente a galoppare. In quel momento si sarebbe accoppiata con chiunque , essere umano, cane, scimmia, cavallo……carne palpitante per il suo ventre che la riempisse . la sua mano andò alla figa……… lentamente, prima un dito, poi un altro sempre più a fondo, fu l’attimo, il passaggio delle nocche , poi si trovò in ginocchio sul letto con la testa che toccava il lenzuolo e la sua mano immersa in lei fino al polso. Un gemito lungo che si tramutò in rantolo di piacere,l’orgasmo la prese in quel momento….Piena…….Sognò un cazzo che la prendesse nel culo dentro fino alla radice delle palle. Oscenamente schiava , si era messa il collare che lui le aveva dato, l’odore del cuoio misto a sudore, ancora quell’odore della stanza rossa, l’odore di lui…….
Si appisolò nuovamente in quel lunghissimo volo, sapeva che di li a poco lo avrebbe incontrato di nuovo, ormai l’ultima tappa prima della Thailandia era stata fatta e ormai si stavano avvicinando. Quella città affascinante immersa nel caldo umido delle piogge monsoniche la stava aspettando con tutti i suoi vizi e tutte le sue contraddizioni. Sorrise quando si accesero le luci che indicavano la discesa verso l’aeroporto e obbligavano le persone ad allacciarsi le cinture. L’aereo, i voli intercontinentali, anche li aveva fatto sesso e lo aveva fatto con lui, si era fatta prendere in un minuscolo bagno , in quell’angustio bugigattolo dove non ci si poteva neanche muovere, figurarsi due persone. Il suo culo a disposizione, la sua figa aperta e grondante, il piacere che le scendeva tra le gambe e il gusto di farsi pisciare in bocca da quel cazzo che il suo ventre aveva ridotto a carne lucida e molliccia da tanto lo aveva spremuto, l’ultimo atto di sottomissione mentre lo sperma di lui usciva dai suoi buchi….
” Dammi il tuo piscio lavami, voglio sentirmi sporca per te sono solo la cagna, la tua schiava…..falla, lavami , poi le parole più forti che le erano uscite , cagami addosso la tua merda, la merda del mio padrone …….Sarò la tua schiava….”
Era come imbambolata dagli orgasmi che aveva avuto, non capiva più niente…..ma quella parola la conosceva bene: schiava CONTINUA