Una gabbia, una gabbia metallica , una vera e propria gabbia al centro della sala con tanto di inferiate e una porta fatta a spioncino : per entrare doveva mettersi a carponi e scivolare dentro , poi all’interno poteva stare in piedi……per dormire si poteva stendere sul pavimento , era di nuovo trattata alla stregua di un animale….tre metri per due e quasi due metri di altezza , , una prigione dove non aveva nessuna intimità…in un angolo una ciotola . La stanza era grande, tutto attorno divani e poltrone lei era in vista come su un palcoscenico ….pantera, cagna da esibire fatta per eccitare …esibirsi davanti a facce anonime, dove l’aveva portata la sua follia e la follia di lui .
Erano partiti in aereo dall’Europa, aveva un magnifico vestito di lino bianco misto seta , giacca una gonna piuttosto ampia ma che nello stesso tempo le aderiva magnificamente sui fianchi, nella scollatura della giacca si potevano intravvedere le sue tette libere da tutto, era splendida, una donna fatta per essere guardata…il suo intimo era ridotto a calze e reggicalze, calze di seta dai riflessi metallici che le modellavano ancora di più le gambe ….. il viaggio era stato tranquillo…..l’urlo dei motori portati al massimo e poi lo scossone dell’avvio sulla pista, il gigantesco Boeing si era staccato dal suolo come un grande albatros e si era perso nel tramonto di Roma puntando verso oriente …..Karaci, Bombay con l’aeroporto ridondante di copie del kamasutra , Bangkok la città dove aveva dato avvio alla sua follia e poi Hong Kong la metropoli senza notte e giorno . In volo aveva allungato la mano per sentire il suo calore, si era piegata verso di lui per giocare con le sue labbra, lui aveva allungato la mano sotto la coperta nella penombra notturna della cabina …..sentii le sue ninfe che si stavano bagnando dall’eccitazione e la fece tremare dal piacere…..la coperta era scivolata lentamente a terra e non se ne era accorta , la gonna ormai era risalita all’inverosimile e lasciava ben in vista il suo ventre ornato da un reggicalze di pizzo leggero che agganciava due calze scure dai riflessi lucidi, gli anelli spiccavano……era tramortita, “allarga le cosce voglio guardarti..così vicino ad altre persone che non si erano accorte di nulla, allargò le gambe , corse la sua mano sugli anelli e lentamente li tirò dilatando la sua fica…ti piaccio sono per te , tutti i miei buchi, sono per te, lo guardò fisso dicendo queste parole , gli occhi chiari dai riflessi verdi, quel caschetto di capelli scuri che le incorniciava il volto . Sei troppo bella le disse, spinse il pulsante della chiamata e arrivò la hostes lei ebbe un attimo di esitazione ma lui la fermò, rimase così a gambe semiaperte in pubblico davanti a una donna che le sorrise con aria sorniona …….Ormai non si vergognava più per quello che faceva o lui le chiedeva di fare. Il suo gusto per l’esibizionismo stava ormai uscendo con tutta la lussuria che covava in lei. La voglia , la voglia che prende di cui era schiava,la ricerca estrema per assaporare tutte le sensazioni e superare ogni volta i propri limiti, il tutto per avere il suo cazzo, averlo dentro, sentire che la apriva ed eruttava lava calda per il suo ventre…. Era finalmente vicino al suo padrone, si padrone, perché lei si sentiva la sua schiava la schiava del suo piacere . Il biglietto che aveva lasciato a casa “ Non cercatemi” sulla bilancia aveva buttato tutto quello che aveva dando un taglio netto con il passato. Prima di partire le aveva rifatto il suo guardaroba , vestiti classici e alcuni capi che sarebbero stati osceni in un negozio di materiale porno, tubini aderenti filo culo dove al minimo movimento si poteva vedere il suo ventre ornato dai due anelli che portava , scarpe con il tacco vertiginoso che le spingevano oscenamente il culo in fuori costringendola a stare perfettamente diritta , o babucce da far invidia a una ragazzina da portare con un paio di pantaloni sbarazzini…… i capelli erano cambiati, non era più bionda ma di un nero corvino, un caschetto modello Valentina ….Lilith il lato oscuro stava uscendo, amava guardarsi allo specchio e nello stesso tempo ne aveva paura, si ricordava come la signora della porta accanto dalla gonna sotto il ginocchio e ora che cosa era diventata? . Ma era lei, non sapeva perché lo facesse…gli piaceva, gli eventi la trasportavano, lo faceva per lui di cui ne era affascinata lo faceva per la sua forma di esibizionismo che le stava uscendo . Le aveva preso un vestito da sera trasparente dai ricami impalpabili come le nubi in un cielo ventoso…faceva vedere tutto di lei, e sotto era completamente nuda e nulla lasciava all’immaginazione, era corto le arrivava sopra il ginocchio ma senza esagerazioni. Il significato di quel collare che portava e che spiccava sul candore del suo collo……. Il suo ventre aderiva perfetto nelle trasparenze e si poteva vedere l’ombra degli anelli che le ornavano le grandi labbra …..schiava, esibizionista ….cagna in calore, con quel vestito e una scia di profumo, Diorissimo andarono a cena. Diritta, perfetta le scarpe da sera le mettevano in risalto le gambe ornate da quella stoffa impalpabile , si vedevano i seni, perfetti liberi sotto quella seta , aveva i capezzoli induriti e si poteva notare che era eccitata. Le donne presenti nella sala del Mandarin la guardarono con un misto di invidia e ammirazione, invidia perché vedevano in lei una rivale, una femmina da letto che sarebbe stata capace di distruggere i loro uomini…e nello stesso tempo l’ammiravano perché non sarebbero state capaci di girare così ..Ebbero la fila dei camerieri per servirli, lei era vestita solo di trasparenze e occhi avidi la soppesavano. Lui, per farla ammirare ancora di più la mandò al buffet per prendere i dolci, si alzò lentamente, teneva la scena, attraversò la sala, si sentiva morire ma un sorriso aleggiava sule sue labbra era l’oggetto del suo piacere era la sua puttana esibizionista e ne godeva, si soffermò al tavolo per scegliere , il suo fondo schiena si vedeva in tutta la sua bellezza e nello stesso tempo faceva immaginare ancora di più, la stoffa leggera aderiva perfettamente e la modellava quasi come una seconda pelle. Dopo la cena la metropoli li inghiottì, luci, auto , locali, discoteche , finirono la serata in una casa di massaggi dove distesi su due lettini posti in fronte…..furono massaggiati e ritemprati da due splendide asiatiche, loro erano nudi, le asiatiche erano nude, li strofinarono con i loro seni, li lavarono, li detersero, mani abili nel dare il piacere corsero sui loro corpi per eccitarli massaggiarono a lungo toccando i punti giusti per farli vibrare , e dare a loro la voglia e ……Venne la voglia. Ebbero voglia……il sesso, il piacere si riaffacciò nei loro corpi. Lei lo amava lo voleva come non mai non c’era domani , assaporava fino all’ultimo quegli attimi per non dimenticarli, era suo , lei era sua Si amarono con rabbia un amore fatto senza remore quasi da sembrare che non ci sarebbe stata un’altra volta . Senti il cazzo farsi strada nel suo culo, schiacciata sul lettino con le mani si cercò di allargare le natiche per fare più spazio e farlo entrare fino in fondo, lo aveva dentro fino alle palle…poi il lento andirivieni, il risucchio da far sembrare il suo sfintere quasi ad una bocca che cerca va di trattenere il suo cazzo che con il suo risucchio portava fuori un rigagnolo della sua merda.Sapeva usare il culo come una bocca, lo strinse per impedirgli di uscire ed avere ancora piacere. Sentiva il suo orgasmo arrivare lo sentiva irrigidirsi sempre di più quasi un randello nodoso che la trapanava …..vennero assieme con un urlo di rabbia che non aveva niente di umano …..due animali infoiati la cui lussuria e il piacere esplodevano all’unisono……..Sopra di lei, aderiva perfettamente, i suoi capelli scompigliati , sentiva il suo fiato sul collo e la sua lingua che giocava sulla sua pelle, la girò con rabbia e la baciò con passione, mentre una cinese le succhiava avidamente la sua figa……. correva la lingua sulle sue ninfe sentiva arrivare l’orgasmo ormai tremava come una foglia , il respiro era affannoso. Un orgasmo furibondo provocato da quella bocca , lo senti baciandola , lei lo morse a sangue tremando per la goduria… ebbe un orgasmo anche lui trasmesso dalla sua bocca, dalla situazione perversa in cui erano le ultime parole…..ti amo…… . Uscirono all’alba con lei ancora tremante sulle gambe ….., “Dovrò andare via per alcuni giorni, forse tre o più , parto domani, tu non mi aspetterai in albergo, mi spetterai in una casa di Madame Fong”. Ebbe un brivido lo guardò con gli occhi sbarrati, l’addestramento, tutto quello che aveva passato, frusta, violenza . Lui capi il suo terrore …”Nessuno ti toccherà ma vivrai in una gabbia, in un bordello di madame Fong, tutti devono vedere la mia cagna….L’animale del mio piacere avrai anche i seni inanellati……” lo disse in maniera glaciale, non aveva alcuna inflessione come se stesse parlando del tempo o come si uccide una mosca sapeva di essere un suo oggetto…….quel suo sorriso strano, la sua barba spruzzata della prima rugiada del suo autunno….. gli occhi di lui brillavano, si strinse a lui, non disse nulla…….quello era il suo modo di amare riducendola a cosa, e lei ne provava un piacere sottile che non sapeva spiegarsi…..
Così venne l’alba della partenza le due strade ancora una volta si dividevano ma per poco. Si preparò in camera, lui la guardò per un momento..poi “ Esci nuda’ ti concedo le calze e le scarpe, ti metti lo spolverino, poi si vedrà ….” Ebbe un brivido, non sapeva se era un brivido di piacere o di paura, di nuovo nuda come quando le si era presentata all’hotel Cellini. La venne a prendere un gigantesco suv bianco dai vetri oscurati…le aveva fatto metter un impermeabile, sotto era completamente nuda , calze nere autoreggenti, i tacchi alti, bellissima e schiava, spiccava il collare sul suo collo, amava il sesso in tutte le sue sfaccettature e sapeva essere un amante perfetta capace di far venire a un uomo i sogni più folli e di metterli in pratica . L’auto accostò davanti all’albergo..
“ Toglilo sali nuda” Guardò nel vuoto poi senza dire altro si tolse quel leggerissimo capo e ….fu di nuovo nuda c per le strada tra la gente come a Bangkok quella notte ……si bagnò di nuovo…l’eccitazione la invadeva il sentirsi oggetto la esaltava …..i passanti per un momento si fermarono a guardare un così bell’esemplare di donna bianca , forse le riprese di un film o una delle tante puttane …poi nessuno ci fece più caso erano a Hong Kong la città fatta per il guadagno e il commercio…a qualche metro di distanza era già inosservata svanita come una visione …..un oggetto fatto per il piacere da usare e poi buttare come un fazzoletto di carta. Salì, e li all’interno trovò l’asiatica dell’addestramento e l’accolse con queste parole “ Vedo che sono riuscita a tirare fuori la puttana che è in te, siediti e allarga le gambe ti devi mostrare “ E in un attimo ci fu il clic del guinzaglio sul suo collare , ritornava ad essere un oggetto di piacere questa volta per un pubblico di viziosi e vecchi bavosi…..
CONTINUA