Voleva godere, impercettibilmente muoveva il suo ventre in avanti. Si contorceva. Ora bramava un cazzo che entrasse nel suo ventre. Un cazzo uno qualunque, di vecchio, di giovane, non le interessava. Voleva carne palpitante che si facesse strada in lei che entrasse lentamente. Lo voleva sentire, sentire mentre si gonfia e inizia a vibrare per poi esplodere e dargli l’agognato succo lattiginoso. Il suo corpo era teso. Legato ad arco come carne appesa in una macelleria. Il suo spacco rosso tra le gambe si vedeva eccome se si vedeva. Le usciva piacere di maschio e suo, piacere che era sceso lungo le sue cosce. La pisciata che si era fatta addosso sotto l’incalzare dei succhiotti della maharani al suo bottoncino ora formava una pozza ai suoi piedi per quello che l’altra donna non era riuscita a bere. Il piacere, quella sensazione perversa data dalla schiavitù e dalla costrizione era dentro di lei e si stava facendo strada nella sua testa. Voleva essere un buco; luccicavano gli anelli in oro ai suoi magnifici seni e altri anelli alle sue grandi labbra. L’altra donna si poggio dietro a lei, le spinse le mani sulle natiche e così la spostò definitivamente in avanti…….. Ora era offerta , gli uomini seduti sul divano si alzarono. Alcuni erano nudi e altri vestiti. Nella penombre da dove si trovavano l’altra donna vide cazzi in erezione. Lei era li invece offerta, non poteva vedere niente, solo sentire le sensazioni. Si sentì circondata, mani si appoggiarono sul suo corpo, sentì scorrere quelle dita quei palmi su di lei lo fecero lentamente poi anche pizzicotti. Le carezze si fecero più intense e la sua figa fu violata, entrarono dita. Le sue labbra furono tirate , cercarono di aprirla e l’aprirono. L’esplorarono, ma non le toccarono la coda che le sporgeva dal culo Lei era un animale nei patti, e la coda doveva rimanere…..Staccarono le sue caviglie e uno alla volta la presero tenendola per le gambe sempre sospesa per le braccia legate ai polsi. Ora era a angolo retto, l’uomo arrivava la prendeva e sforzandola la chiavava. Le sue braccia erano tese , si vedevano i muscoli contratti, la sua testa si dibatteva. Anche se in quella posizione scomposta provava piacere. Le ondate si susseguivano nel suo ventre e arrivavano alla testa, si contorceva e le piaceva. Si stava annullando nuovamente. La sua coda le pendeva dal culo in maniera oscena…Li, bendata….Le piaceva e senza volere chiudeva le gambe attorno al corpo dei maschi. Un urlo roco le usciva dalla bocca, era sudata, il suo corpo fremeva. Non uno, due, ma tanti, tutti i presenti letteralmente la violentarono e lei non poteva vedere niente. Viveva solo delle sensazioni dei cazzi che si susseguivano in lei, i profilattici pieni venivano buttati sul pavimento ai suoi piedi, quasi si trovasse in un immondezzaio. L’altra donna era eccitata. Se gli uomini la chiavavano l’altra donna le leccava il culo nel punto dove c’era l’attaccatura della coda, e con la mano libera si toccava. Poi un maschio appena tolto il profilattico le mise il cazzo in bocca per farselo pulire. La maharani, reagì, da eccitata che era anche lei si buttò su quel cazzo per spremerlo definitivamente per togliergli tutta la vita che aveva in lui. Il maschio esausto dalla chiavata grugni come in porco, mentre la donna gli piantava un succhiotto da aspirargli le palle. Continuarono a lungo, la luce …C’era solo la luce di un faretto su di lei, il resto della stanza quasi non si vedeva. Smisero. Lei rimase quasi in ginocchio con le braccia alzate e in quella posizione le sue tette spiccavano ancora di più. Non era finita! Sentì un sibilo e sulla sua schiena che si materializzò una striscia rossastra, il suo urlo di dolore, altre strisce si materializzarono. Era ormai scossa, dolore, prima piacere e poi ancora piacere, stando li in ginocchio le misero il cazzo in bocca che lei succhiò avidamente. Ma non vennero nella sua bocca, preferirono spargere il loro piacere sul suo volto. In breve fu una maschera, sperma sugli occhi, guance, altro sperma le colava dalle labbra mentre aveva la bocca socchiusa. Ormai era un fogna era diventata un buco. Il culo le faceva male. Sentiva sempre dentro di lei quel bulbo metallico che a ogni movimento dei cazzi che aveva preso si era mosso provocandole sensazioni uniche. La benda le era scivolata sul collo e nonostante tutto questo era ormai accecata dallo sperma che le avevano spruzzato. Si calmarono. Una mano pia le smollò i finimenti con cui era tenuta appesa e fu rovinosamente al suolo in mezzo ai preservativi usati e alla sua urina. Respirava appena.Si era come calmata. Era li distesa in quel lerciume con l’altra donna in ginocchi accanto a lei che le passava la mano sul corpo accarezzandola. Poi venne l’ordine, un ordine tagliente secco e glaciale….
”Pulisci il pavimento con la lingua, lo voglio lucido…Annullati sei una cagna schiava….!!!!”.
Riconobbe quella voce glaciale era lui il suo padrone. Fremette. Ne fu felice e nello stesso tempo si vergogno di farsi trovare in quegli stati. Lui aveva assistito a tutta quella scena. Sollevò lentamente la testa e poi il corpo.Si mise a quattro zampe su quel lurido pavimento con la coda che le fuorusciva dal culo e…
Abbassò il capo su quelle lordure e iniziò a leccare, prima lentamente poi quasi con avidità. La sua lingua scorreva, urtava i profilattici semi aperti da cui colava il piacere dei maschi, lappava tutto, puliva……
” Mentre lo fai toccati ti voglio vedere godere di nuovo”
Lo fece , tutto quell’insieme di cose vissuto in precedenza e ora i suoi ordini. I suoi ordini la fecero eccitare di nuovo. La sua mano corse al suo ventre, e bastò un attimo, un grido quasi un sibilo…..L’altra donna nel frattempo si era mossa dietro di lei.E impugnata la coda che le sporgeva da culo la iniziò a muovere con un movimento circolare in modo che si sentisse piena anche li. Tremava tutta, godeva, piacere sul suo corpo, sulla sua faccia, la benda nera inzaccherata attorcigliata attorno al suo collo. Il resto del corpo lucido di sudore e la schiena con delle striature rossastre. Ormai era un oggetto ed era completamente in mano sua, e dei suoi sensi, della ricerca del piacere estremo , nel volersi annullare a tutti i costi. Pulì, lappò, passò con la mano nel tentativo di pulire le ultime gocce….
”Vieni qua sono seduto di fronte a te”
Abbandonò la luce di quel palco dove l’avevano presa in tanti, dove aveva goduto e si era annullata. A quattro zampe si diresse verso la penombra da dove proveniva quella voce. Quel percorso, camminava come un animale, si ricordò quella prima sera quando lo aveva conosciuto…… In ginocchio in quella palestra su quel pavimento viscido di piacere e altro quando le aveva messo il collare e poi dalla cinese da madame Fong quando si era diretta verso di lei sempre camminando a gattoni come una pantera. Quel piacere perverso che aveva provato perché sapeva di mostrargli il culo mentre andava dall’altra donna. Le carezze della cinese il suo dito che la forzava e le sue parole.
“ Una splendida cagna ti darà molte soddisfazioni , io me ne intendo…sarà una schiava perfetta….”
E schiava lo era diventata, ma non sapeva se schiava di lui o del nuovo tipo di piacere che le aveva fatto scoprire . Avanzò verso di lui, le sue tette penzolavano, sporca di sperma, di tutto anche se l’altra donna l’aveva pulita con la lingua. Sentiva il suo profumo , il suo odore, era una cagna. Quell’uomo l’eccitava, fu ai suoi piedi, e li abbracciò come la volta della gabbia, tremava tutta proprio come un cucciolo felice…la coda si vedeva e quasi la muoveva.