Girava nuda per la stalla, era come se fosse una baccante, il mito della bella e la bestia , il Minotauro, Ormai era sotto la pancia del cavallo, toccava l’animale, doveva far uscire il cazzo dalla sua guaina. Odore di selvatico, di urina, erano un maschio e una femmina, e la femmina era lei, la femmina era in calore, lui la sentiva, sentiva anche quelle mani che correvano sul suo mantello….i suoi muscoli guizzanti erano in movimento…. Lei lo voleva ormai, la voglia le era salita a 1000 i suoi occhi luccicavano e i suoi capezzoli erano diventati duri come due noci. Il suo ventre si contorceva quasi avesse dei crampi….Era li, piccolo essere insignificante, nudo pronto a farsi prendere sotto di lui…….Lo toccava, lo accarezzava, poi ad un certo punto il cazzo dell’animale si sfilò, e fu davanti al suo viso…….Le sue mani lo sfiorarono quasi con reverenza e poi lo impugnò, la sua bocca scattò, fu su quel cilindro di carne pulsante……correva la sua lingua……Un sapore strano, un sapore quasi nauseabondo, non aveva mai sentito era simile all’odore. Aprì la bocca come quasi fossero le fauci di una pantera e lo iniziò a succhiare…..Succhiava con rabbia…….Nella sua testa correvano i pensieri più folli….Cazzi, cazzi, e cazzi umani e di bestia di un rosso violaceo pronti a trafiggerla, bocca, culo, figa, in ogni dove, letteralmente accarezzata a trafitta da quelle carni che violavano il suo corpo. Il suo cazzo, il suo cazzo quando lo prendeva, il cazzo di M……che le era entrato dentro, e poi esplosioni di piacere che letteralmente lavavano il suo ventre ….Ormai era al limite e lo voleva dentro, non ce la faceva più, accucciata con una mano teneva il cazzo del cavallo e con l’altra si stuzzicava. Era partita, succhiava con avidità. Non sapeva quali sensazioni procurasse all’animale ma nel suo intimo era convinta che gli stava procurando piacere. Il cavallo era immobile, sembrava assaporasse anche lui quelle sensazioni. Lo sentì nitrire, l’asta che succhiava iniziò a vibrare….era dura e allora……Allora lo fece, con un movimento flessuoso fu completamente sotto quella pancia e si appoggiò alla balla di fieno, si distese completamente e aprì le gambe, le spalancò. Si vide il suo ventre fradicio e palpitante…..La voglia e la lussuria trionfavano…….Tirò quel cazzo, quel palo di carne duro verso di lei e lo puntò li, all’incrocio delle sue gambe, l’animale avanzò lentamente e sentì che l’apriva, si allargò per dare più spazio e come sentì il contatto, quei pochi centimetri che già la dilatavano le davano l’impressione come di essere forzata da un pugno. Le esplose il piacere rimbalzò dal suo ventre e le volò in testa e divampò con tutta la sua fantasmagoria di colori. Godeva di un orgasmo furibondo, per la situazione, per tutto,……stava facendo tutto da sola, si stava facendo letteralmente impalare e mentre succedeva tutto questo vibrò anche l’animale e venne, un mare di sperma le entrò traboccando dal suo ventre sulla sua pancia, sul dorso e fu letteralmente lavata da quel bianco lattiginoso . Urlava di piacere, le sue mani corsero lungo il suo corpo e se lo accarezzò addosso per poi portarselo alla bocca . Succhiò le dita come quando era stata nella gabbia, si sporcò il viso.. Era lei, lo faceva per lui, per quella frase “ Ti farò prendere dal cavallo” lo faceva per la sua lussuria, per annullarsi nella ricerca del piacere più estremo. Si lasciò andare su quella balla di fieno, gambe e braccia penzolavano e anche la testa quasi fosse su un ara sacrificale. Respirava sommessamente, aveva chiuso gli occhi per ancora assaporare quelle sensazioni che lentamente stavano terminando come la quiete dopo la tempesta. Le sue mani ora si muovevano lentamente sul suo corpo, spargendosi quel bianco lattiginoso. Puzzava, era sporca e per finire la bestia pisciò anche centrandola in pieno sulle gambe e sul resto , lei ebbe un sobbalzo, non se l’aspettava aveva raggiunto il colmo della ……”Follia”. Quando sentì una mano che si poggiava sulla sua spalla . Era Isolde che la guardava…..e……..
” Ho sculacciato M…e non ho problemi nello sculacciare anche lei…….So che voi due siete uguali e vi siete trovati , ma non dovete esagerare, domani sera deve partire, si alzi che l’accompagno” Dicendo questo raccolse le sue cose e la mise in piedi, lei ancora barcollava, e Isolde continuò, “Meine libt….su, un passo alla volta che ti faccio fare un bagno”.
Si avviarono verso il castello scuro, una vecchia e una donna giovane completamente nuda e stralunata, sporca di tutto. Furono dentro, la portò in bagno dove la immerse in una vasca idromassaggio dalla schiuma invitante e profumata. Le mise anche la testa sotto l’acqua e la strofinò con vigore; lei era come in trance e tutte quelle sensazioni di prima si stavano tramutando in profonda stanchezza. Poi dopo averla asciugata e strofinata energicamente, l’accompagnò in camera, c’era una porta aperta e il suo sguardo fu attirato da una bacheca illuminata che non aveva mai visto. All’interno una splendida corona di giada dai colori intensi, ornata di piume variopinte e altri ornamenti sempre fatti del medesimo materiale, ne rimase affascinata , c’erano anche fili d’oro finemente lavorati . Fissò quelle cose con aria smarrita, non riusciva mettere a fuoco: la vecchia Isolde presala per un braccio con aria perentoria gehen wir zu schlafen senza discutere….Così in un attimo si ritrovò tra le coltri di quel letto che aveva diviso con lui e Morfeo l’accolse tra le sue braccia…….Ma con Morfeo arrivarono i sogni…..Il serpente piumato , lo scontro il cozzo….i vetri che vanno in frantumi. Quei volti anonimi che si avventano su di lei e la portano via e la buttano nel bagagliaio ; la nebbia, le visioni…….Una stanza, un letto disfatto, nuda, tremante, puzzo di sudore poi quegli uomini, uno, due…..che le entrano dentro…….Lei, nuda legata alla spalliera del letto, gambe e braccia come in muta offerta….Quei cazzi ferini che le entrano dentro e la chiavano senza requie. Un buco e niente altro, il caldo soffocante, la pozza di piacere che si forma tra le sue gambe e si perde nello sporco di quelle lenzuola, dolori….morsi….Anche piacere che le entra dentro, paura, non sa più che cosa è……Poi presa di nuovo…….sballottata, un colpo di frusta che le segna il dorso e la fa guaire come una cagna scorticata….Gemiti….Il sapore dolciastro di ciò che le fanno bere ……altre visioni. Venere che si congiunge alla luna, un altare di pietra che si trasforma nel bagagliaio dell’auto…….puzzo d’olio e di benzina , si sente soffocare……Una strada sconnessa, una luce, una luce abbagliante. Tirata fuori, sbattuta per terra. Il suo viso sporco di polvere, Lei in ginocchio, i maschi attorno a lei e i loro cazzi in bocca, presa per i capelli e scossa come una bambola di pezza, succhia, sputa, ingurgita….Si sente soffocare, grida per le botte che prende e ancora sperma , sperma in bocca, sul suo volto, sperma che le cola tra le gambe ….Li in ginocchio disperata con le mani quasi in muta offerta …..le pisciano addosso, è costretta a bere, non ce la fa, sviene, ….Di nuovo piscio e fango, legata a una catena completamente nuda in un aia assolata, il terrore dei maiali, le facevano schifo, ….Il loro grugnire….Quel sole ardente . Poi di nuovo acqua e fango , lacrime……. Dentro casa, distesa su un tavolo, presa di nuovo e di nuovo, le cosce che tremano, i suoi anelli in oro che sono trinciati , il dolore, quando le mettono la giada al ventre ……e ai seni……Il suo urlo poi di nuovo in piedi , ora è vestita , la pesante corona, i fili d’oro attorno alle gambe….dea, regina , ora la guardano non osano toccarla……incenso che annebbia la mente. E’ scesa la notte, guarda tutto come un’altra persona, torce che ardono e la gente si fa spazio per lasciarla passare ….quella scalinata in alto su una piramide dai colori sporchi e dai riflessi d’ocra, scalino dopo scalino, non è più lei, In cielo la luna che si congiunge con venere, si sente leggera come volare, tutto ondeggia attorno a lei ma il suo busto è eretto, proprio una dea……l’altare lo spazio alla fine roccia, nuda roccia come il suo corpo ornato solo dai riflessi di giada, un cane e un corvo nella penombra dei fuochi. Il sacerdote dalla veste candida , porta anche lui una maschera, non ne riconosce il volto, un volto antico, due occhi neri la guardano….in mano l’ossidiana che si riflette alla luna, pietra affilata come un rasoio…non capisce, si sente leggera, si distende su quella pietra come aspettando, socchiude gli occhi ora forse tutto è finito…..l’uomo alza il braccio, e…..un lampo, un tuono, barcolla vola un pezzo di testa, sangue d’un rosso rubino che sprizza, l’uomo non parla, la falce affilata è scesa come d’incanto e ha colpito…….s’accascia con un sospiro, spari , tuoni , urla, la falce miete e la sua danza macabra impazza…. Teste che volano i macete lavorano….lui M….che esce dal buio come il puma dai denti affilati che ghermisce la preda. La luna illumina, fuochi e grida, un uomo tra loro….non ha tempo e la morte lo prende…..altro sangue….Lui la prende ….in spalla e come venuto……. come il lampo che segue il tuono scompare nel buio con lei….quella corsa forsennata nella foresta, il latrare di un cane che si fa strada con loro, il suo corpo caldo…il suo odore è lui M…..non può parlare ma capisce si lascia come andare la nebbia l’avvolge di nuovo, questa volta stanchezza e piacere, la paura è cessata si sente protetta, maledizioni in spagnolo, risate e il rumore dell’auto lui disteso sporco di sangue mentre l’uragano incalza……Con un tuono si svegliò madida di sudore e si guardò attorno con aria spaurita, Isolde era li, le aveva portato la colazione e in quegli stati se la prese quasi in braccio sul quel letto immenso,
“ L’ho fatto con M….quando si svegliava con gli incubi da piccolo e lo faccio con te, non aver paura, tutto è passato gli incubi non ritornano ora sei qua e vedi di mangiare”
La fece alzare e le diede una pantagruelica colazione, come piaceva a loro purtroppo, quanto avrebbe preso una buona tazza di caffè…….ma mangiò tutto e si sentì rincuorata. Ora era li in vestaglia, si mise un vestito che le metteva in risalto le gambe …..usci fuori e i turisti erano già arrivati, era il pulman che aveva trovato al Gril e c’era anche il suo ex, lo riconobbe subito, guardavano affascinati quei ballatoi antichi e il gruppo si avviò verso la cappella con gli affreschi . Ci andò anche lei, le si rivolsero in tedesco e lei rispose in Italiano, lasciando tutti di stucco, meno lui e lei che la conoscevano, ci furono quattro parole, dopo un paio d’ore se ne andarono, ma prima chiamò la donna di lui…..
”So che mi odi….ma per le sue partite a calcetto quando non ne potrai più….”
Le diede un frustino da cavallerizzo….la donna le sorrise e la baciò….Ormai era tutta acqua passata e non sentiva più niente, dal Guatemala ormai era completamente di M……, gli intrugli e i Pupazzetti di Mama Dolores avevano fatto il loro effetto e lei ne era protetta. Ora voleva lui, lui, il suo cazzo, voleva quell’uomo che le era entrato dentro e l’aspettava dall’altra parte del mondo, voleva sentire le sue mani sul suo corpo, le voleva giunte dentro il suo culo…che l’aprissero come un giocattolo, il suo giocattolo, aveva voglia una voglia pazza, quasi voglia di soffrire ….Essere la sua schiava e fare tutto quello che lui voleva….poteva mangiare la sua……….ne sarebbe stata contenta e si sarebbe annullata così. I bagagli erano pronto di li a poco avrebbe mangiato e poi l’avrebbero portata all’aeroporto, ma lei ora non se la sentiva, con questi pensieri andò a cambiarsi, si preparava per il viaggio, una doccia calda, e sotto la doccia, sotto quell’acqua tiepida la sua mano corse sul suo ventre e si dette piacere, li bagnata acquattata come a casa di Inge, si ricordò del suo cazzo di come le aveva infilato il dito nel culo per farlo godere e a quel pensiero venne , dalla sua bocca un gorgoglio e poi il piacere nel suo ventre…se la fece addosso…e tutto si perse nello scarico, ormai era prossima alla partenza…CONTINUA