E rimase realmente di stucco, non si aspettava quel bacio e nello stesso tempo le sue parole :
“ Mi hai fatto una pompa perfetta, userai la bocca…..”
Lei una puttana di nuovo sulla strada le vennero i brividi e nello stesso tempo un piacere perverso iniziò a pervaderla, il gusto dello sporco, succhiare cazzi estranei e puzzolenti, che gli vengono presentati nella penombra di un auto…. Piacere e niente altro che piacere….lo guardò, gli occhi le luccicavano e le sue parole….
”Come vuoi tu padrone…”
Erano parole che non si sarebbe mai aspettata di dire ma le erano uscite dalla bocca. Mentre parlavano di questo era avvicinata a loro Inge , aveva la testa bassa era distrutta, lui la guardò come si guarda un oggetto, sapeva del suo ordine, di quello che aveva detto,. Salirono così tutti e quattro in auto, la sua amica del cuore, Inge e lei con il suo padrone dietro. Lui continuò a parlare, aveva la barba bianca, il viso abbronzato e per la prima volta notò un anello gentilizio che portava all’anulare.
“Fatemi conoscere il pappa, devo mettere dei puntini sulle i , le mie schiave non si possono rompere, come nei patti le farò sfruttare, non mi interessano i soldi”
e tu rivolgendosi a lei, la professoressa de……M….
“Passerai un paio di notti a lavorare esclusivamente con la bocca, hai il culo rovinato, ho notato che porti ancora il tappo da tanto ti hanno sfondato, ho saputo poi che ti sei divertita anche con due cani, so della professoressa tua amica, so che quei cani sono suoi e quel numero lo devi fare davanti a me…”
Si sentì sprofondare, di nuovo cazzi di animali …nel frattempo la loro auto correva nel traffico cittadino, era ormai il tardo pomeriggio, sapeva dove andavano, andavano dall’amica puttana di Giulia, la sua amica del cuore, sapeva che ci sarebbe stata un’altra vestizione, questa volta erano in due, ma nello stesso tempo non si dava pace, come non riusciva a dire di no? Bastava parlare di cazzi e di maschi e lei ormai non capiva più niente , sarà il caldo, la cappa di afa che gravava sulla città mitigata solo dalla brezza marina verso sera,si rivide nuda all’angolo dell’incrocio ad aspettare i clienti, non poteva crederci lei la professoressa inappuntabile ma era arrivata ormai in una via senza ritorno, tutto questo le piaceva….. L’auto proseguiva la sua corsa e dopo una serie di curve giunse davanti alla villetta che lei ben conosceva…..Scesero tutti dall’auto e si diressero in quella casa, non entrarono dal garage ma direttamente dalla porta principale. Li stava aspettando anche l’altra donna, era nella sua solita tenuta, sembrava completamente un’altra persona rispetto a come di agghindava per uscire la notte quando andava a battere, le solite ciabatte infradito, un paio di pantaloni di lino e una maglietta, non sembrava la puttana che l’aveva rincuorata quando si era accostata la prima auto , il suo primo cliente,quella volta portava una mini mozzafiato con tanto di spacco che nulla lasciava all’immaginazione e una camicetta trasparente che metteva ben in vista il carioca che portava…ci furono i soliti convenevoli, Inghe non sapeva dove guardare , ma l’altra donna la stava soppesando e lei era già sicura che aveva in mente che cosa avrebbe dovuto indossare per quella notte…Li in quel soggiorno rivide la parrucca rossa che lei aveva indossato, sapeva che nell’orgia della villa ………l’aveva persa, se lo ricordava perfettamente, ma ora quella parrucca era la, perfettamente lavata e acconciata quasi fosse un simbolo , una volta indossata la frangia le copriva quasi completamente gli occhi rendendola irriconoscibile; ma quella notte era successo di tutto e la professoressa de….A….si era letteralmente scatenata e il suo culo e la sua figa non avevano avuto requie, dire il vero pensò lei neanche la sua bocca , si era quasi slogata le mandibole a forza di succhiare cazzi e quei ragazzi giovani e muscolosi che si erano presentati davanti alla sua bocca li aveva letteralmente prosciugati,sapeva di aver bevuto sperma e quel liquido bianco sentirlo caldo in bocca la faceva eccitare ancora di più. Era così con i suoi pensieri quando suonarono alla porta. Lui il tedesco parlava con la padrona di casa del più e del meno e ora finalmente era arrivato un altro padrone, uno sfruttatore, forse diverso, lo faceva per i soldi e per i soldi avrebbe fatto qualunque cosa, l’altro invece era un vizioso; due facce quasi della stessa medaglia. L’ultimo arrivato per un momento si sentì a disagio, era abituato ad aver fare solo con donne e a dare ordini, ora si trovava davanti a lui un tipo magro, con tanto di vestito di lino, una voce leggermente rauca per via della sua pronuncia dell’Italiano, si sentiva chiaramente che non era la sua lingua quella r leggermente strascicata che non era francese …..e esordi……..
”E’ stata persa una scommessa e la donna qui presente deve fare la puttana, ve la cedo fino a mezzanotte con la sua amica che dovrà usare solo la bocca , i clienti che ha avuto in questi giorni le anno letteralmente sventrato il culo; a mezzanotte le verrò a prendere perche saranno la parte clou di una festicciola tra amici che a lei non interessa ma fino a mezzanotte saranno sue e ne potrà fare quello che vuole, ma le rivoglio intatte”. Parole da padrone, dette senza inflessione , parlava delle due donne come fossero due cose, si era già sentita trattata come un soprammobile in sua presenza, una cosa da usare e buttare, il limite lo aveva raggiunto nel bordello a Francoforte dove una volta legata era stata usata come buco, ma pensando a quel momento le sue gambe quasi cedettero . Si rivide su quell’asse imbottita mentre gli uomini si accanivano sui suoi buchi introducendo cazzi e altre cose, ma a lei era piaciuto, le piaceva essere costretta …..Il magnaccia tacque, poi acconsentì con la testa…….e…..
”Gli incassi saranno miei”
Il tedesco marcò le parole dicendo…..
”Il denaro non mi interessa qui è solo una scommessa che si deve pagare”
Forse pensò lei il vero vizioso era proprio quel vecchio dalla barba bianca l’altro stava diventando un oggetto in mano sua e niente altro, le avrebbe fatte battere con relativa tranquillità….e così dicendo ordinò a Inge di spogliarsi e di mostrarsi al magnaccia e poi rivolgendosi alla professoressa lo ordinò anche a lei . Ora erano li, nella penombra della stanza, non c’era aria condizionata, due donne che si spogliavano, altre due che le guardavano e due uomini che si gustavano la scena. Lei si spogliò per prima, ormai era abituata ad essere nuda davanti ad estranei, quel largo vestito cadde a terra; in un momento e il suo corpo si vide in tutta la sua bellezza, portava solo la parte alta dell’intimo, gli slip non li sopportava, era a culo nudo, ma in mezzo alla rosetta troneggiava alla vista di tutti ancora un tappo di garza che dava tregua alle sue mucose infiammate , era stata aperta, divelta, la notte precedente aveva incitato i maschi nel suo parossismo da baccante a darci dentro e con le mani si era allargata le natiche perché i cazzi affondassero con più facilità, l’avevano inculata a sangue e solo a distanza di ore riusciva a trattenere ciò che si trovava nel suo intestino tanto era stata aperta. Nuda, esposta , ora era li, il suo ventre si contraeva già, l’eccitazione saliva e ora che cosa le avrebbero detto di fare? Correvano le sensazioni nel suo corpo e le punte dei suoi capezzoli si stavano irrigidendo, le sentiva elettriche e sapeva che al minimo tocco avrebbe goduto….cosa stava diventando…..Poi fu la volta dell’altra, Inge non fu da meno ma lei portava un intimo da urlo, un perizoma brasiliano e un bustino leggerissimo che le faceva letteralmente esplodere i seni sotto la camicetta semiaperta che indossava, non aveva gonna ma un paio di pantaloni di lino chiari che le modellavano il culo in maniera perfetta, aveva qualche anno più di lei, ma la palestra e i massaggi avevano fatto miracoli. Si spogliò anche Inge, le punte dei suoi seni erano ancora arrossate per le clips ai capezzoli che avevano portato, furono così, nude l’una accanto all’altra gli uomini e le altre due donne li guardavano. Il magnaccia girò attorno a loro come per sincerarsi di che pasta fossero fatte, allungò la mano, soppesò le loro tette e le tirò leggermente, loro erano immobili, lei si sentiva un niente e si vergognava ma nello stesso tempo essere trattata così a lei piaceva, non aveva idea di che cosa pensasse l‘altra donna, ma con la coda dell’occhio vedeva che era rossa in volto, eppure era una schiava e questo trattamento lo avrebbe già dovuto subire….questi erano i pensieri della professoressa, la voglia stava crescendo e quando l’uomo le infilò un dito in figa le esplose il piacere, se ne accorsero tutti e ci furono commenti feroci….Lurida cagna è un peccato che abbia il culo così rotto si potrebbero fare soldi a palate…barcollava, si dovette appoggiare a una sedia ma le ginocchia non la sorreggevano e così finì sulle ginocchia, completamente nuda, li tra quelle persone mentre l’altra donna anche lei negli stessi stati ma in piedi. Si portò le mani al ventre, l’orgasmo stava rimbalzando dal suo ventre alla sua testa ….ora voleva cazzi, almeno cazzi per la sua bocca da succhiare avidamente, quando la voglia la prendeva non capiva più niente . Era cambiata, era completamente cambiata, quel soggiorno di pochi giorni la al nord e quel vecchio avevano completamente fatto andare in tilt i suoi neuroni se sentiva il piacere affacciarsi in lei …era una cagna, pensieri, sapeva che era vero ma non ne poteva fare a meno. In quella stanza c’erano due uomini, il suo padrone e il magnaccia, lei li guardò quasi implorante e quel vecchio bastardo alzando il bastone e indicando il magnaccia..la sua frase…
”Accomodati fai vedere di che pasta sei”
…Non se lo fece dire due volte, allungò le mani verso quell’uomo, un estraneo, ma voleva un cazzo, le sue mani furono sulla patta dei pantaloni e con frenesia iniziò a sbottonarli, mugolava, si vedeva ormai che l’eccitazione l’aveva presa e….abbassò la zip e delicatamente le sue dita si infilarono per tirare fuori il cazzo, sentì quella pelle morbida, chiuse gli occhi e ebbe quel cazzo in mano, il suo viso si avvicinò, le sue labbra lo sfiorarono e in un attimo lo ebbe in bocca, lo iniziò a succhiare con rabbia, voleva che le esplodesse in bocca, voleva sentire il suo lattice bianco, lo voleva inghiottire e lo inghiotti, sentì il cazzo indurirsi e iniziare a vibrare, lo voleva in fondo alla gola, voleva leccare quelle palle e ne fu accontentata, l’uomo ebbe un orgasmo che lo fece vacillare , piacere del maschio, piacere suo e ne fu contenta…rimase sulle ginocchia mentre una striscia bianca le colava dalle labbra e andava a perdersi sui suoi seni ……Il magnaccia le fece i complimenti,
“Sei nuda, sai adoperare la bocca come una pompa idrovora, un paio di scarpe e questa sera uscirai così con la tua solita parrucca, hai un bel corpo e attirerai i clienti, li attirerai per l’altra donna, quella li la vestiremo da troia…ora tu va in cantina “
E indicando la porta a Giulia
“Accompagnala e legala alla catena c’è un pezzo di scatolone dove si potrà sedere aspettando, lasciala con la luce spenta così si riposerà”
Lei era stravolta, quelle parole, essere trattata così il tutto le piaceva, era eccitante . Fu da basso, quella stanza la conosceva, era spoglia e grande un garage e il suo posto era li in fondo, un tubo metallico e una catena appesa , la sua catena, li si sentiva a casa, era un animale e le piaceva, non fece movimenti bruschi, si lasciò legare; gli anelli metallici attorno al suo collo, freddo metallo che le dava i brividi…obbligata, costretta una schiava e niente altro. Ripensò al suo sogno ricorrente, nuda , completamente nuda tra uomini vestiti di nero, sui colletti le rune dai colori bianco argento, un cappello sul quale spicca un teschio dalle tibie incrociate . Il male , solo il male ma quell’odore di panno, odore di sudore, maschi attorno a lei ….In mezzo, così, seduta sul pavimento, stivali lucide un ordine…
” Lecca, non si altro che una schiava, datti da fare cagna”
Così la sua lingua sente il sapore del cuoio e dalla sua bocca parte come un guaito prolungato…era sopra pensiero, quel guaito venne dal piano superiore….CONTINUA