Lei ebbe un brivido, depravati fino in fondo….
”Questo non lo puoi capire, si è vero sono una sua schiava, me ne ha fatte passare di tutti i colori, sono stata torturata nel vero senso della parola ma quell’uomo mi è entrato dentro, tu lo stai incominciando a capire, tutto è iniziato un estate di tanti anni fa , quando sono venuta qui a passare le vacanze, mi piaceva e ero decisa a chiavarmelo ma poi poi è successo tutto il contrario, io ero fuggita di casa, con i miei non andavo d’accordo e non lo vedo da anni poi devo dire ero già una masochista in potenza, il mio sogno perverso era quello di essere costretta a fare cose innominabili e lui lo ha assecondato, sotto certi aspetti mi salvavo. Ho frequentato i bassi fondi di Berlino e ho fatto la puttana, pagavo io i clienti, i soldi non mi mancavano, chiedevo di essere brutalizzata e loro ci davano dentro. Ricordo una camera sporca in una pensione, il padrone mi conosceva e me l’affittava, gli avevo chiesto di procurarmi i clienti, io lo pagavo per averli e loro lo pagavano…vivevo per delle settimane completamente nuda, loro entravano e mi chiavavano, più sporchi erano più godevo, ricordo ancora i loro cazzi puzzolenti, li pulivo, e poi mettevo il preservativo, mi trattavano male ero un buco e mi eccitavo in maniera folle, sono stata presa a sberle , poi la cinghia sul mio corpo, distesa sul letto a prenderle , i lividi duravano dei giorni interi e il dolore, il dolore era in testa per come mi riducevo, ma a me piaceva, se loro erano sporchi anch’io lo dovevo essere, non sai il puzzo della figa dopo giorni di chiavate, presa per i capelli e costretta a succhiare cazzi sporchi, loro ci godevano io ero una bianca , la loro schiava, si rifacevano per tutte le umiliazioni e a me piaceva, le prime volte erano guardinghi , un pugno nello stomaco, una sberla, poi la notizia si sparse e iniziarono a colpirmi senza remore. Sesso e violenza ero come impazzita, finì in ospedale con un braccio rotto, ritornai li dopo pochi giorni, mi feci legare al letto e fu un massacro, avevo la fila fuori la porta ne passarono tanti, non avevo neanche più la forza di alzarmi o chiedere basta, li sulle lenzuola finì per sporcarle di tutto, fu il padrone preso da pietà a mandarli via e mandarmi via………Il culmine e stato una notte me le ricorderò sempre ero con non so con quanti in una birreria, ero bevuta e nello stesso tempo la voglia perversa che avevo mi stava divorando, tutti quegli uomini alticci, sudati, puzzavano erano gastarbeiter pelli olivastre e negri….ero l’unica donna li dentro ero arrivata con un mio amico africano fu verso l’ora di chiusura, quando intenzionalmente eccitata com’ero mostrai la figa a una avventore, fu un tripudio, si sentiva la lussuria e l’odore della voglia aleggiare in quell’mbiente poi fu il mio accompagnatore che ridendo e ad alta voce disse sotto signori la puttana è vostra qui il pagamento. Fui nuda , in mezzo a quella gente, il pavimento me lo ricordo era attaccaticcio di birra e di segatura, faceva caldo, quegli sguardi, gli occhi colore del carbone e i loro cazzi, non so in quanti mi furono addosso, mani che mi palpavano e entravano nei miei buchi, bocche che mi succhiavano e io godevo come una pazza, mi circondarono e poi finì distesa su un tavolo, i cazzi entravano e uscivano dalla mia bocca, succhiavo, sputavo , inghiottivo , rivoli di sperma sul mio corpo e sul mio viso, tra i miei capelli, ero una bambola di pezza e poi si accanirono sui miei buchi a turno, mi tenevano le gambe allargate per chiavarmi meglio, gridavo, piacere, dolore , voglia di scappare ma in quella situazione mi crogiolavo nello sporco, prediligevano il mio culo, e tu sai che cosa vuol dire prenderlo li in continuazione hai provato nel bordello, bruciavo, sanguinavo ma loro continuavano imperterriti , sentivo che mi dilatavano le natiche con le mani per entrare più a fondo e poi il cazzo gonfiarsi e eruttare i suoi filamenti bianchi. Le serrande della birreria erano state chiuse e li dentro si divertirono con il mio corpo….poi giù dal tavolo mi fecero girare come una cagna completamente nuda, avevo i rivoli di sperma che uscivano dai miei buchi , loro erano in piedi, seduti, accaldati, corpi nudi e lucidi di sudore, me li ripassai uno ad uno, chiedendo ancora cazzi, in spregio mi pisciarono addosso e fecero altro, ero diventata uno svuotatoio, sborra , piscio ed altro, quando non tirava più passarono alle bottiglie mi fecero bere in continuazione, e mi obbligarono a chiavarmi con le bottiglie , mi dilatai la figa e il culo fino all’inverosimile, ma tu ne sai qualcosa il vibratore gonfiabile che avevi nel culo per abituarti al cazzo del cavallo……., alla fine fui esausta sul pavimento e per ultimo l’oste mi piscio addosso anche lui , ricordo che con uno sforzo mi misero seduta ed aprì la bocca, mezza soffocata lo ringraziai. Quella volta raggiunsi il fondo, fui ancora presa a cinghiate e a sberle, avevo il corpo ricoperto di lividi, sanguinavo, mi presero a braccia e mi scaraventarono fuori nel vicolo dietro la birreria tra i bidoni dei rifiuti, una delle tante alcolizzate che è stata violentata . Mi buttarono addosso i resti dei miei vestiti, pioveva a dirotto, tremavo come una foglia, piangevo, avevo una crisi isterica, ero li tra i rifiuti in posizione fetale, dolorante, piena di lividi di e botte con lo sperma che mi usciva da tutti i buchi, sapevo di tutto, alcool , piscio e altro di innominabile. Li mi trovò lui, mi era venuto a cercare era con un autista e mi caricarono in macchina . Non so quanti mesi di clinica feci, mi disintossicarono. Quella stanza bianca candida asettica il personale silenzioso, mi curarono, curarono la mia testa ma come puoi vedere in questa famiglia aleggia una vena di “eccentricità “ tra lei e lei la parola eccentricità la fece sorridere, quella era follia e lei la professoressa de….M…l’aveva assecondata e l’aveva assorbita, si sentiva far parte di quel mondo. Continuò a parlare,
“Vedi , divenni la sua amante, non ci furono più orge ma il mio masochismo si accentò in una maniera perversa, quell’uomo mi è entrato dentro, so che mi ha salvato ma nello stesso tempo mi sono legata a lui . La sera in cui mi prese, mi ero trasferita a casa sua, i miei non mi volevano più, fuori nevicava e il fuoco in quel camino era acceso, lui leggeva, si aspettava la cena, Mi sedetti vicino a lui sul bracciolo della poltrona, nel pomeriggio lo avevo visto, anzi sbirciato alle prese con una donna che si era fatta chiavare e frustare da lui , portavo un maglione largo e un paio di pantaloni attillati che mi fasciavano i fianchi e le cosce, avevo ancora gli stivali da cavallerizza, lo pregai di aiutarmi a toglierli , facevo intenzionalmente l’imbranata, lui mi assecondò, non so se avesse capito, fu l’attimo, i nostri volti vicini e poi un bacio, un gioco di labbra leggero che divenne furibondo, il mio corpo non era più da ragazzina e le mie forme erano ormai di donna matura…ci amammo con rabbia, in soggiorno dove ti ha presa quella donna con il fallo artificiale furono giorni di sesso estremo, poi una sera lo chiamai, e conoscendo i suoi gusti mi feci trovare distesa a letto con un completo…ma si, era un completo da puttana, non era un intimo di classe ma intenzionalmente avevo preso roba andante per entrare nella parte, portavo calze a rete e tacchi vertiginosi, li sul letto …mi guardò perplesso e poi lo chiamai padrone e gli diedi in mano un frustino da cavallerizzo, volutamente aprì le gambe e gli chiesi di colpire, furono botte feroci e i lividi mi durarono per una settimana, al culmine mi prese e io tra il dolore della frusta e il suo cazzo….che detto tra noi lo sa usare bene entrai nel nirvana dei sensi. Poi fu tutto un crescendo, finì appesa e frustata, lo staffile fa sanguinare e quando si arrotola attorno al corpo te la fa fare addosso dal dolore e le grida si sentono, lo facevo per lui e per il mio piacere, mi sono così annullata,…….alla fine di tutto questo giro lo ricorderò sempre ero li sul letto, ero nuda completamente e mi stavo masturbando, sapevo che doveva venire , entrò con il cane e……..fece quello che doveva fare ero diventata la sua cagna, il muso umido dell’animale tra le mie cosce, lui che mi guarda e non dice niente, si, mi sentivo una cagna e volevo essere una cagna la sua cagna mi volevo annullare, lo feci così davanti a lui, fui presa dal cane ricordo quel cazzo rosso che si gonfia al mio interno e si incastra quella sensazione di sporco, il suo mugolare e le zampe sopra la mia schiena, le sue unghie che mi graffiano io che mi annullo e che mostro il culo, la mia testa sfiora il pavimento ma non mi importa, voglio solo quel cazzo, lo ebbi in figa, da quella volta non mi toccò più, ormai sono alcuni anni, hai visto come mi ha trattato nella stalla…..io e il cane e basta per lui ora io sono un animale, non esisto più e questo mi duole, non ne posso più sono completamente sua.”
Lei ascoltava, poi capì,. Si era fatta montare dal cavallo su suo ordine, non aveva agito di sua spontanea volontà per questo lui poi l’aveva posseduta e amata a modo suo, quasi ne fu contenta , sorrise leggermente , l’altra donna la guardava, oggi tu partirai, ma io so che ritornerai, me lo sento….si misero a ridere., le loro bocche furono vicine e poi…..poi si baciarono, lei era nuda, l’altra donna era vestita, padrona e schiava ma la padrona dette piacere alla schiava, la sua mano corse sul suo corpo, polpastrelli leggeri, contornarono le aureole dei capezzoli , poi li stuzzicarono, lentamente e la pressione fu sempre più forte , le unghie li stuizzicarono, partirono dei brividi che si irradiarono nel suo corpo, poi fu la volta delle labbra, baci leggeri, la lingua corse su di lei per scendere sempre più in basso , su fermò sul suo bottoncino che ormai si era triplicato, quella lingua dal tocco leggero e caldo, poi un succhiotto brutale e lei si irrigidì, si aprì di più , un mugolio perverso e poi quasi le fusa di un gatto, era in orbita , partita, le sue dita scesero di più, verso il buco scuro, si incunearono lentamente andando su e giù, prima una, era ormai in trance, spremette della pomata per lubrificarla ancora, non le bastava il liquido che usciva dalla sua vagina, poi due, poi tre, ormai era abituata a ricevere oggetti che l’allargassero la dilatavano sempre di più, Inghe la stava possedendo, poi furono le eltre dita, due, tre poi quattro , la mano era dentro, mancava il pollice, altra pomata. Un bisbiglio sottile, so che ti piace essere presa nel culo, ho visto il cazzo del cavallo entrarti dentro, lei fremette, poi fu la volta del pollice , la rosetta era tesa , non aver paura ancora un piccolo sforzo, quella mano la dilatava, poi fu l’attimo una leggera pressione, …..”rilassati, apriti” , lei si allargò e la mano entrò dentro tutta, fino al polso. Stimoli che correvano e si irradiavano. Aveva una mano dentro le sue viscere fino al polso e stava entrando, oltre il polso, lei era rilassata, si gustava quel cazzo posticcio , quel nuovo palo di carne , non riusciva a capire fino a quando sarebbe riuscita ad entrare in lei, ma continuava , la stava letteralmente aprendo, navigava tra sensazioni nuove , non era lo sporco del cazzo di un cavallo l’abbruttimento totale, ora era solo piacere un piacere diverso, piacere dato da una donna, dalla sua lingua sulle sue ninfe e sul suo bottoncino e da una sensazione di pienezza diversa che la faceva vibrare, poi la mano lentamente iniziò ad uscire da lei , lentamente per non farle male con grazia, si sfilò completamente, il buco, rimase socchiuso per un attimo e poi riprese la sua forma, rimase solo leggermente arrossato, un piacere diverso, dato da una donna, si baciarono ancora con passione, rimasero in silenzio, lei era distesa ancora, l’altra completamente vestita con una mano e un avambraccio lucidi di ….di tutto, alzarono gli occhi, lui le guardava e sorrideva a loro due, poi la sua voce …..Professoressa de…….M…….sa che deve partire ormai. Deve uscire e prepararsi, il vestito lo ha nella stanza degli ospiti tra un ora l’accompagnerò all’aereoporto. Rimasero ancora un attimo li in quella stanza quasi per riprendersi, poi andarono di sopra, sul letto c’era un magnifico vestito in Vual di viscosa dalle trasparenze uniche , rimase a bocca aperta, era quasi un velo, se lo mise, , si mise anche il minuscolo perizoma che le faceva risaltare le natiche , da guardare era splendida, scarpe perfette che si intonavano con quel vestito, delle mischu con tacco da nove , poi fu la volta del borsone a tracolla e ora poteva partire, l’auto l’aspettava, questa volta guidava lui, scesero le due donne, e salirono tutte e due , fu la corsa verso l’aeroporto, i saluti. Lei lo baciò e in un bisbiglio all’orecchio…padrone ho le sue iniziali tatuate…lui le sorrise…… Tutti la guardavano , quel vestito attirava le occhiate dei maschi , cadeva perfettamente sulle sue forme, il movimento dei seni, i capezzoli tesi ed eccitati sotto quella stoffa leggera , fu finalmente al suo posto, e poi il decollo lasciava una follia, una follia durata alcuni giorni in cui si era scoperta e aveva scoperto un altro mondo………tra un paio d’ore sarebbe scesa nella sua città nel il caldo sud dell’Italia, dopo uno scalo a Monaco eccola scendere, il caldo il vociare della gente con le parole a lei note , non quella lingua perversa, la guardavano e qualche uomo sgomitò il compagno mostrando una bella donna che aveva letteralmente tutto in mostra, a lei non interessava, lo aveva chiesto il suo padrone e ora lei era in mostra, culo e tette erano li, a disposizione degli occhi di tutti, anche se a migliaia di chilometri la comandava ancora……….La corsa a casa, la sua casa che aveva lasciato solo alcuni giorni prima, le sembrava di essere stata via un secolo, non la sentiva più sua e non riusciva a capacitarsi , qualche cosa in lei era cambiato, aveva passato una settimana fatta di sesso e lussuria portati all’estremo e aveva scoperto una parte di lei del tutto nuova, si guardò ancora allo specchio e si vide quasi completamente nuda, quel vestito era unico , quasi fatto per esaltare la sua figura . Il borsone era partita con una borsa vuota , ora era piena , si, c’erano tutti i completi che aveva indossato in quei pochi giorni, i due mini vestiti da troia e i due vestiti da sera che aveva portato, e poi quella tuta nera in latex. Rimase a bocca aperta vedendola,; quella seconda pelle che la faceva simile a un essere di un altro pianeta, un essere fatto esclusivamente per il sesso. Ma sopratutto c’era il bavaglio con il buco per far entrare il cazzo. Una fascia con un buco rotondo che lasciava alla vista solo i suoi occhi. E assieme alla tuta una scatola con dentro un CD con un disegno in copertina, una tripla X e la scritta HOT, HOT, HOT , ebbe un brivido e un attimo di paura, corse in soggiorno, accese il televisore e……apparvero le immagini del casino, ; ora poteva vedere la scena che aveva vissuto a provato dal di fuori, suo marito completamente nudo abbracciato ad una puttana davanti a quell’essere nero coperto di latex, suo marito che le infila il dito per pulire la sborra che gronda dal buco della sua bocca, e i suoi commenti , si sentiva l’audio molto bene, i commenti e gli insulti mentre la forzava con i vibratori per allargarla. Poi la scena , suo marito che la possiede, che la chiava e incula senza remore mentre i colleghi gli dicono di calmarsi e poi la battuta che le fece più male, “Ho una bella moglie ma non ho una puttana disposta a farsi sfondare” rabbia, odio, voglia di vendetta si fece strada nella sua mente, a quell’uomo voleva bene era stato dolce con lui , e ora vedeva un essere diverso, sapeva che sarebbe arrivato il giorno dopo, Ma la voglia di vendetta si faceva sempre più forte in lei. Doveva vendicarsi……Quella sera rimase sola a casa, non aveva voglia di parlare con nessuno. Quei giorni passati l’avevano letteralmente cambiata, vide e rivide più volte quel CD , la rabbia nei riguardi di suo marito saliva alle stelle . Fu davanti al computer, scaricò la posta della settimana, le solite cose, ma lei cercava un messaggio da nord anche se da quel posto era partita solamente alcune ore prima. Si fece portare una pizza e passò la serata seduta in terrazza fumando una sigaretta dopo l’altra. Vide le luci dei lampioni accendersi e la solita puttana all’incrocio , voleva contare il numero dei cazzi che si sarebbe fatta quella notte. Era li con la vestaglia aperta e sentiva l’aria calda accarezzarle il corpo, accavallò più volte le gambe e i capezzoli si stavano indurendo . Non c’era una luce accesa nell’appartamento era li al buio. Intanto l’altra donna era giù in strada, sentì battere le due e la vide andarsene, una notte di lavoro, aveva contato dodici clienti, ebbe un misto di orgoglio e schifo, lei se n’era fatti quasi settanta, settanta cazzi per i suoi buchi che l’avevano letteralmente distrutta e annientata di un piacere perverso che non conosceva ancora…….. Fu sola con i suoi pensieri, si accorse di essere ancora eccitata, una mano scivolò nella scollatura che faceva la vestaglia e iniziò a stuzzicarsi . bastò poco, godette di brutto, una vampata di calore che andò a confondersi nel suo ventre , le visioni del cazzo di lui, il cazzo dello stallone che la possiede, l’attimo quando davanti a tutti aveva espulso il vibratore con un misto di schifo nel quasi partorire quel simulacro che porta al piacere che aveva infisso nel suo culo. Si addormentò con questi pensieri, la vestaglia ormai era aperta e dormì praticamente nuda in terrazza…….CONTINUA