Quell’incubo la perseguitava ma nello stesso tempo la eccitava, a quel punto si svegliava sempre, ma nel suo inconscio avrebbe voluto dormire ancora per sapere come andava a finire. Questi erano i suoi pensieri e in quel momento il suo padrone venne nel suo culo, sentì il cazzo incominciare a tremare e poi il lattice bianco si riversò nel suoi intestino….sentirsi sottomessa, portò la sua mano al ventre e iniziò a sgrillettarsi con furore…un erinni….si stava annullando, si sacrificava a quel cazzo, al simulacro del potere per sentirsi sottomessa. Si contorse di piacere godeva, chiuse gli occhi le sensazioni volavano nel suo corpo , il piacere quello vero ora lo stava assaporando. Il cazzo si sfilò dal suo culo facendo un risucchio osceno e lo fece anche l’aria che uscì dall’intestino con altro materiale bianco e di colore più scuro. Di nuovo la sua voce.” Puliscimi il cazzo” lei lo fece, lo ebbe in bocca , era molliccio,, sporco sapeva di sborra e anche di qualcosa d’altro di indefinibile, ma non le interessava, piacere dello sporco, aveva ricevuto un ordine e lo eseguiva, era il suo padrone che lo aveva ordinato…Pulì così quel cazzo sporco senza battere ciglio, anzi beandosi di quello che faceva . Poi fu di nuovo su quel cartone completamente nuda, accoccolata con una mano tra le gambe, assaporava gli ultimi momenti di piacere, sapeva che tra un pò sarebbero uscite, ma voleva aspettare così quel momento, dandosi piacere e assaporando quella sensazione di avere il culo socchiuso mentre le scola la sborra del padrone…Il suo dito correva sulla figa, poi lentamente ritornò al suo culo per sentire il piacere del “padrone”. Si portò le dita alla bocca facendosele scorrere lungo il corpo, si piaceva, le piaceva…bisbigliava la parole “ sono una cagna…sono una cagna……” la tirarono su, le misero la parrucca, la sua solita parrucca rossa, rimase così vestita solo di quella parrucca e del collare, il culo le perdeva ancora ma a gli altri non interessava, aveva l’interno delle gambe lucido di suo ciprigno che le era colato dalla figa, Il Guinzaglio si chiuse sul gancio del collare e uno strattone la tirò verso l’uscita. La porta dell’autorimessa si aprì, e lungo la salita fu tirata, completamente nuda, si sentiva impacciata e nello stesso tempo provava piacere ad essere esibita così, nuda per la strada, la professoressa de……M completamente nuda tirata a guinzaglio come un animale e lo era, si sentiva cagna Il cielo era ormai stellato e nessuno si sarebbe accorto che in mezzo a quel gruppetto di persone c’era una donna nuda e un’altra sua amica portava un abito trasparente che non nascondeva niente. La macchina era posteggiata accanto al marciapiede, l’altra donna, l’altra puttana loro accompagnatrice era al volante e con lei si sarebbero recate al posto di lavoro, il tam tam tra gli abituè del giro di prostitute si era già sparso sulle due che lavoravano in coppia una spampinava e l’altra chiavava,; Il solito traffico serale , l’ora era tarda, si dirigevano verso la periferia, passarono la zona del porticciolo e si avvicinarono a San Remo ,Dietro a loro l’altra auto con la fida Giulia , che ormai era entrata anche lei nella parte di una padrona, la comandava e faceva tutto quello che voleva, Giulia e il vecchio, quasi i due estremi della sua lussuria Il nastro d’asfalto dell’Aurelia era illuminato dai fari delle auto. Riconobbe l’auto del padre di un suo studente, un medico e riconobbe anche lui, mentre loro arrivavano lui se ne andò, ma le venne un altro dubbio la professoressa proprietaria dei cani , l’unica persona che l’aveva vista all’opera. Ma non se ne ebbe, tutto sommato essere trattata in quel modo le piaceva e fare le cose più abbiette anche . Scesero dall’auto, la notte era calda, lei era completamente nuda se non per un paio di scarpe e la sua parrucca rossa…l’altra era al suo fianco, il vestito era trasparente e le avevano tolo anche la parte alta dell’intimo, erano nude tutte e due e i fari delle auto le illuminavano quasi a giorno, passando l’attimo prima mettevano gli abbaglianti per vedere due donne nude sul ciglio della strada. Poi un auto rallentò, lampeggiò i fari e accostò al marciapiede, C’erano due uomini, le guardarono, i loro corpi nudi esposti ; lei allargò le gambe per mostrarsi meglio, ci fu una risata, pattuirono il prezzo, due per una e poi salirono. Aria condizionata, sedili in pelle e un motore silenzioso, Inge si sedette avanti mentre lei, completamente nuda fu dietro con l’altro uomo, sapevano tutto, erano informati, sapevano che la sua bocca era a loro disposizione mentre i buchi erano dell’altra donna l’altra donna erano destinati ad essere riempiti con i cazzi che lei avrebbe eccitato. L’uomo era pulito, sapeva dio dopo barba e allargò leggermente le gambe, lei capì al volo, e agì come un automa , si avvicinò con le mani ai pantaloni, fece di nuovo i gesti che aveva fatto nel garage e aveva fatto sulla pista dell’ippodromo privato, le sue mani si misero febbrilmente e cercare il cazzo dell’individuo per poi tirarlo fuori, lo aveva in mano lo trattava quasi con reverenza e poi con rabbia la sua bocca iniziò a succhiarlo, lo assaporava, assaporava un altro cazzo , quella carne palpitante le dava alla testa e quasi non si riconosceva più. Giù fino in gola per poi risalire , leccava le palle , la sua mano le accarezzava mentre succhiava , era come persa, viveva letteralmente in un altro mondo e mentre tutto questo succedeva l’uomo le accarezzava con noncuranza le tette procurandole un fior fiore di sensazioni, strofinava con le unghie leggermente i suoi capezzoli e questo le piaceva……
CONTINUA