Lui parlava e parlava , lei lo guardava, ma la sua testa era via, due notti senza di lui, e quello che le avevano proposto. Poi la sua amica del cuore Giulia ora la voleva sottomettere e la vedeva sotto un’altra luce. Non era più la donna che la coccolava, ma era diventata qualche cosa di diverso. Continuava ad amare quelle mani che le avevano dato tanto piacere , ma quelle mani che cosa le avrebbero fatto ora? Lui partì, pochi bagagli per un paio di giorni, quando fu sulla porta di casa si diedero un bacio al fulmicotone, le due lingue si intrecciarono e la sua mano corse sotto la sua vestaglia, sapeva che era nuda, la sentì bagnata, lei allargò le gambe leggermente e i suoi baci scesero sul suo collo, mentre le sue mani gli sbottonavano i pantaloni, si abbassò e con rabbia prese il suo cazzo, lo titillò e lo succhiò con avidità, mentre faceva tutto questo pensava…..
” Per le tue puttane che incontrerai in questi giorni, ti troverai male…..”
Rideva tra se e se, lui venne , bastarono pochi succhiotti ormai si sentiva una puttana esperta ne era quasi esaltata……. Guardò la macchina dalla terrazza fino a quando non svoltò, poi si giro verso l’altra parte della via dove di solito la notte c’era una prostituta che aspettava i clienti…a quell’ora non c’era nessuno, ebbe un brivido . Anche lei così? Una parrucca rossa e calze a rete, si immaginò così…..non aveva altre idee lo stereotipo della puttana lo vedeva così. Di li a poco era sicura che Giulia l’avrebbe chiamata e poi……andò in bagno a farsi una doccia, aveva voglia di uscire per fare delle compere per le vacanze e poi voleva rincontrare la titolare del negozio , aveva il suo tatuaggio e si erano incontrate a cena….e il dopo…..Non si dava pace. Una doccia, quell’acqua sul suo corpo, brividi pensando a cos’era successo la notte prima ….i capezzoli si indurirono….aveva voglia….chiuse gli occhi…..si riebbe lentamente, uscì dal bagno e un vestito leggero in voile di viscosa che non le nascondeva quasi niente ma non se ne interessava, guardassero pure la professoressa M…….con un vestito trasparente. Era cambiata, si sentiva un’altra qualche cosa le era entrato dentro si sentiva esibizionista. In auto, e di li a poco sarebbe stata in negozio quella donna doveva incontrarla di nuovo,….fu dentro, stava parlando con dei clienti, rivide il tatuaggio………Alla fine le persone se ne andarono e rimasero sole, due donne due schiave e niente altro c’era un uomo che le dominava, una ne era quasi l’amante e l’altra doveva dare piacere a un’altra donna che se la faceva con il suo cane….follie, piacere e lussuria. Mentre parlavano, nel negozio entrò anche un’altra donna, portava un completo di lino nero, una camicia profondamente scollata e
“ Sapevo di trovarti qui, me lo ha detto lui. Ora se n’è andato e tu sei mia……”
Era li che la guardava, razza padrona, lei ebbe un brivido…….
“Vediamo due schiave, vediamo come si comportano….Tu”
rivolgendosi alla saracena:
“Apriti bene la camicia e va in vetrina, la devi riordinare”
La donna la guardò per un momento poi si aprì la scollatura mostrando due seni opulenti e come un automa praticamente con le tette fuori fu in vetrina, ubbidiva agli ordini, sapeva che erano di lui…….E quando fu fuori alla vista in un attimo si formò un capannello di persone ; poi rivolgendosi alla sua amica del cuore .
“Ed ora per te, va la fuori e salutala dobbiamo andare a trovare una puttana ; entra anche tu in vetrina salutala leccandogli i piedi cos’ che tutti vedano”
Si sentì un pugno nello stomaco li in pubblico a leccare i piedi di un’altra persona ……Ma nonostante tutto lo fece, fu un teatrino hot fatto in quella vetrina davanti a un pubblico anonimo e infoiato, una donna con le tette fuori e un’altra che le leccava i piedi con riverenza. Il suo corto vestito inginocchiandosi le salì sulle sue cosce splendide , mostrava tutto e facendolo si sentiva di nuovo quella confusione che le partiva dal basso ventre, nonostante tutto si stava eccitando quel piacere perverso nell’essere ridotta a schiava e costretta….era qualche cosa, non lo sapeva neanche lei. Leccò, mostrò a tutti la sua lingua che correva su quelle unghie smaltate di rosso fuoco. Guardò la donna come una fida cagna si sentì accarezzare la testa……..Poi con un balzo fu di nuovo dentro il negozio. In quell’attimo sentì il suo collo chiuso da un collare, fu tirata DA UN GUINZAGLIO . Fu sulla strada……, tra quella gente……, strattonata…….. . Il pubblico che si era assiepato davanti alla vetrina si aprì per lasciarla passare ci furono delle battute feroci del tipo:
“ Guarda la cagna, la tirano al guinzaglio….”
Lei si eccitò maggiormente e quando fu in macchina non potè fare a meno di toccarsi ; Giulia rideva,
“Ormai sei una cagna e questa notte ti porterò a fare pratica”
Si diressero in periferia, in una zona che non conosceva, la sua eccitazione continuava a salire…… L’auto entrò direttamente sotto, nel garage interrato e di li furono in casa . E li si incontrarono con la puttana, amica di Giulia , non era una brutta donna , fu squadrata e soppesata , in un angolo c’era anche un uomo, si sentiva a disagio…..Si sentì trattata come un animale.
“ Questa è la mia schiava voglio farla battere, si deve annullare la voglio fare sentire come un buco”
L’uomo ebbe un sorrisetto ironico…..
“Ora falla spogliare e vediamo la merce “
Lei aveva gli occhi bassi, si sentiva impacciata non era mai stata trattata così. Forse nel casino a Francoforte , ma li il suo accompagnatore la faceva quasi da padrone rivolgendosi al pappa. Lentamente si spogliò di quel poco che portava . Il vestito cadde ai suoi piedi come una ninfea che si apre alla luna, fece un saltello per uscirne era rimasta in intimo, perizoma e parte alta. Fu la volta del perizoma, fu fatta sedere su una poltrona e le fecero mettere le gambe sui braccioli, era rossa in volto si vergognava, fu guardata, le fecero togliere il reggiseno, si sentiva oscena in quella posizione. Era li a gambe aperte, tre persone la guardavano esposta come fosse in vendita. La fecero alzare, l’altra donna allungò la mano e la passò sulla sua figa spingendo il dito dentro…
” E’ bagnata, la cagna è bagnata si sta eccitando”
Si, era vero, quella torbida situazione la eccitava, lo sapeva lei e lo sapeva Giulia che la conosceva bene ma per gli altri due era una novità. Tirarono fuori un paio di calze a rete autoreggenti e le dovette mettere, poi fu la volta di una minigonna “oscena” , sembrava quasi una fascia da mettere attorno ai fianchi, mezzo culo lo aveva fuori e la parte avanti era praticamente in vista incorniciata dal bordo delle calze a rete. Un top di maglia elasticizzata ultra aderente che finiva esattamente sotto i seni, e per finire una bella parrucca rossa. Lui la guardava…
”puttana perfetta” disse….
”si deve truccare pesantemente e ci vuole un paio di scarpe adatte con una zeppa di almeno 5 cm; poi la possiamo metter sulla strada, la porterai tu”
Lo disse rivolgendosi all’altra puttana. Giulia se la rideva vedendo la sua amica di tutti i colori ….aveva lo sguardo basso e un lieve rossore le imporporava le guance. Poi continuò
“ Le scarpe le andiamo a prendere noi; credo che per questo pomeriggio abbiamo finito, ma ci dobbiamo mettere d’accordo per i soldi che vi farà guadagnare
” L’uomo ebbe un gesto di stizza poi si mise a ridere , ordinò all’altra donna di accompagnare M…in auto mentre Giulia e lui si fermarono un attimo a discutere su gli eventuali guadagni che si prospettavano per la serata. Era proprio diventata una cosa, un buco da mettere in vendita e niente altro. Solo un oggetto da riempire, destinato a dare piacere. Non era più lei, era solo la puttana M…..da mettere sulla strada. Dopo un po’ arrivò Giulia, era allegra, mentre lei era frastornata, un conto era pensare a quelle cose, un altro conto era farle. Ormai il meccanismo si era avviato e lei ne era dentro.
“ Per le scarpe andremo in un negozio di articoli teatrali che conosco”
Quando stavano per scendere dall’auto si cerco di togliere il collare, ma la sua amica esordi dicendogli :
“Sei cagna, e ormai lo sarai fino in fondo”
E dandole un forte strattone la fece scendere. Nel negozio il commesso se la mangiava con gli occhi, quel vestito dalle trasparenze assassine ara unico e di intimo le avevano permesso di indossare solo la parte alta; sotto il suo ventre era nuda e sedendosi sulla seggiola per provare le scarpe mise tutto in vista….si sentiva brividi di piacere che si rincorrevano dalle sue ninfe fino in testa, l’eccitazione cresceva, furono tirate fuori diverse paia di scarpe, rosse , verdi ma tutte e due le donne rimasero affascinate da un paio di sandali con la zeppa dal cinturino alla caviglia, avevano un tacco altissimo e le stavano in maniera perfetta, lei era come sconvolta, fu aiutata per un momento a mettersi in piedi e poi a fare qualche passo, poi fu lasciata, si guardò allo specchio e vide le sue gambe lunghissime su un paio di scarpe con i tacchi vertiginosi, il laccio alla caviglia era poi un tocco da troia che la involgariva…..penso a quel paio da indossare con le calze a rete, chiuse gli occhi…ma tra poche ore lo avrebbe saputo. Avevano fatto tutto e tra un po’ sarebbero ritornate in quella villetta, l’avrebbero truccata, vestita e poi sarebbe diventata una puttana. Questi erano i pensieri di M….. provava un brivido….era tutto incominciato con quelle stupide frasi in tedesco , lussuria, dolore……le sembrava fossero successe un eternità fa e invece non era passato neanche un mese. E in quel mese ne erano successe di follie…….Lei, suo marito che aveva conosciuto sotto un altro aspetto; i suoi sentimenti urlavano non capiva neanche lei come fosse giunta a quel punto di non ritorno. La puttana M…..una cosa del genere fino a poco tempo prima non le sarebbe neanche passato per la testa …..ma ora, ora era tutto diverso. Fremeva a quei pensieri , le lancette dell’orologio correvano e dopo aver fatto un piccolo spuntino ritornarono in quella villetta isolata…..le solite manovre. Una telefonata e la macchina si fermò nel seminterrato. Il pappa non c’era, erano sole con la puttana, la fecero spogliare, era una cosa ormai. Goulia si sedette in un angolo a guardare accendendosi una sigaretta . Sembrava quasi la vestizione di un chierico per il grande giorno ma era destinata ad un’altra cosa, esclusivamente dare piacere. L’altra donna la truccò pesantemente , fondotinta, rimmel, ciglia finte….la parrucca rossa abbandonata su un tavolo quasi come un elmo da mettere per ultima per ultima cosa. Il corto top le faceva esplodere i seni tanto erano spinti in avanti e nello stesso tempo erano compressi. I suoi capezzoli spiccavano come due noci . La minigonna, ridotta a una fascia ai fianchi che le metteva tutto in mostra, invito muto ai suoi buchi e le calze a rete, si stava involgarendo si stava trasformando completamente. Fu la volta delle scarpe, l’altra donna le chiuse il cinturino alla caviglia e poi fu la volta della parrucca rossa, la vestizione era finita. Fece per togliersi il collarino, ma Giulia intervenne. Aveva in mano una targhetta in oro,
“ NO, non si toglie, si appende questo”. La targhetta aveva incise tre parole da una parte, La cagna di Giulia e dietro le tre lettere in gotico del suo tatuaggio……non era più lei, era diventata un animale, atto solo a dare piacere. La fero alzare, fu fatta camminare e portata davanti a uno specchio. Era completamente un’altra donna. Con quella parrucca rossa e il trucco pesante non si riconosceva.
L’altra donna la guardava poi le diede una piccola borsa , rimase interdetta ma apertala dentro c’erano profilattici.
”I soldi che ti daranno non lasciarli li dentro, ma infilateli nelle calze se qualche cliente li vuole indietro per toglierteli farà fatica……..”
Letteralmente un altro mondo. Ormai era scesa la notte e si avviarono. Le portò Giulia come gli accordi presi con il pappa, lo seppe dopo……Buio, lampioni accesi un vialone alberato dove le auto sfrecciavano . Un auto ferma, era quella del loro padrone…… Poi fu tutto un susseguirsi a lei tremavano le gambe. L’altra troia che l’accompagnava se ne accorse e la rincuorò.
“Non preoccuparti, pattuisci il prezzo mettigli il profilattico, poi per il resto è sempre la stessa cosa, allarga le gambe sei un buco……” CONTINUA