In ascensore lei era come imbambolata, le sensazioni che partivano dal suo ventre si stavano come amplificando sempre di più, quella camminata per raggiungere l’auto era stata quasi una tortura, il piacere era unico. Si teneva al suo braccio e dopo che lui ebbe pagato il tichet e furono in ascensore, erano soli…..lei come si addossò di più a lui, strofinò il suo corpo, era infoiata, e gli leccò lentamente il collo, lui la strinse, e…all’orecchio….Ora passeggerai davanti a me fino all’auto, tirati su la gonna fino quasi alla vita ti devono vedere quanto sei infoiata e io ti voglio vedere il culo. Un tuffo al cuore, paura e esibizionismo si sommarono in lei e se ci fosse stata gente?
“ Ma padrone non….”
“Si che puoi, sei solo la mia schiava esegui senza tante storie e poi dobbiamo far fare una sega a chi guarda il monitor del parcheggio. Sei la mia puttana personale…..”
Sara era tramortita, voglia e nello stesso tempo schifo si sommavano in lei. Lei puttana, si, era vero era la sua puttana e eseguiva i suoi ordini….. il padrone la voleva esibire……si sentiva come una bambola.. una marionetta nelle sue mani….. Un sospiro, si fece coraggio, il cuore le batteva all’impazzata, ora non era neanche il negozio dove era stato un attimo e era stata presa alla sprovvista. Si fermò, tirò su quella gonna aderente, quel tubino salì mostrando le sue gambe…ora il biancore dello slip…..”Girati” le sue parole “mostrati…..” la luce al neon illuminò bene le sue natiche….E lui
“Bravissima…esegui alla perfezione, non ci voleva poi tanto…. …”
Fu un attimo….lui allungò la mano e lei sentì la pressione sui suoi slip…..fu uno strappo.
Lui così ebbe in mano quel cotone leggero, non se l’aspettava una cosa simile, ora mostrava bene figa e culo e
” Cammina , l’auto è sulla destra”
Un paura folle, per fortuna non c’era gente, paura e voglia cha aumentavano, se l’orgasmo che aveva avuto le era passato ora quella sensazione di piacere stava riprendendo
Quella camminata a culo nudo, si sentiva fradicia, la sua auto era un suv di colore blu . Il classico clic delle portiere dato dal telecomando. L’ambiente del garage sotterraneo era freddo, sentiva quell’aria sulla sua figa ben in vista e sul culo……una sensazione strana….. ora erano davanti all’auto…fece per salire ma le sue parole la fulminarono….
”Le cagne nel bagagliaio”
Così dicendo aprì lo sportellone; era davanti a lei e proprio in quel momento si stacco da dietro il posteggio un altra auto, il rumore del motore il rimbombo delle gomme sul cemento e a lei venne quasi un accidente, era suo fratello con la morosa…..cercò di nascondersi aveva culo e figa fuori, non voleva essere vista…
furono illuminati dai fari per un attimo e per fortuna non la videro interamente ma sola dal busto in su.
Lo sportellone del bagagliaio si chiuse, era li con il culo scoperto, e la figa fuori mezza in ginocchio e lui nel frattempo salì in auto…la trattava come un animale non aveva pietà, le sue mutandine erano state strappate e lui una volta salito, mentre l’auto si stava muovendo…
” Ti voglio nuda sfilati la gonna e il resto vedi di toccarti, sei in calore…..”
E con quelle parole l’auto fece manovra, e iniziò a salire le rampe del posteggio….
Lei stava stesa in basso mentre per il primo tratto una volta usciti sulla strada l’auto del fratello cercò di seguirli .. Lui se ne accorse , non lo sapeva che era l’auto del fratello ma lei lo intuiva e…..
“ Ci sta seguendo un auto, non capisco ”
Le sue parole, le parole del suo padrone le sentì anche se era mezza in trance, capiva che quella era l’auto di suo fratello e lo disse a lui che si mise a ridere di gusto, ma quel suv di grossa cilindrata presto riuscì a seminare nel traffico l’altra auto bruciando un paio di semafori. Lei vide i lampioni susseguirsi dal finestrino posteriore dell’auto, capiva che andavano verso la periferia e lui……Non aveva intenzione di portarla subito a casa, ma la voleva far abituare a stare nuda sia in auto che di fronte a lui.
La macchina dopo un lungo giro imboccò una strada di campagna dietro l’aeroporto di Campoformido. Ormai era notte e sentì sulla sua schiena i classici sobbalzi del percorso sterrato e alla fine si fermarono.
Paura terrore era nuda, sapeva almeno credeva di averlo capito che erano in aperta campagna. Lui a questo punto scese dalla macchina. Cosa volava fargli fare? non lo sapeva neanche lei e….
“Scendi, non fare storie le cagne amano l’erba….”
E così l’architetto Sara nuda fu fuori, lui poteva vederla in tutta la sua figura. Lei in sua presenza era stata semi svestita, gli aveva mostrato figa e tette, si era fatta inculare ma ora era completamente nuda, si sentiva rossa in volto, paura e voglia di esibirsi si sommavano in lei.
La fece passeggiare nuda per il suo piacere, le accarezzo il culo….non era più lei, lentamente si stava abituando si stava sciogliendo, in lontananza i fari del traffico mentre li lungo quel viottolo dove avrebbero potuto incrociare a quell’ora un auto con due amanti lei passeggiò davanti a lui, non lo aveva mai fatto neanche dinanzi al suo uomo, non sei era mai sentita dare un ordine simile.
“Esibisciti per me , ti voglio nuda , voglio vederti nuda come una troia che aspetta i clienti”.
Questo a lei con il suo uomo non era mai successo, e ora invece, sotto i suoi piedi l’erba…..e lo stava facendo per lui, un estraneo anche se aveva conosciuto il suo culo sfondandolo e le sue parole la ferirono
“ sembri una puttana che aspetta i clienti….” In quel momento se lo avesse chiesto li avrebbe adescati…( vero Sara?)
Giocarono, a quel gioco torbido dato dal sesso e dell’esibizionismo di lei, era eccitata lo doveva riconoscere, lui continuò, li nel buio , sullo sfondo i fari delle auto ma lui, prese una pila dall’auto e ….quel fascio di luce la colpì in pieno….
” Mostrati cagna ti voglio vedere, apriti…..”
Lei ne fu colpita, come si scosse a quelle parole, sotto quella luce vivida che illuminava solo porzioni del suo corpo sculettò per lui, si mosse e….fissando quella luce si accucciò lentamente allargando le gambe, si mostrava, si sentiva fradicia come una fontana, era qualche cosa di nuovo e di eccitante………
” Qua cagna a quattro zampe su vieni qua, alza la gamba e piscia su….fallo”
Lei lo fece,si sentì morire, quell’ordine quelle parole, no, non poteva essere lei l’architetto alzò la gamba in quella posizione semi accucciata e pisciò, si vergognava e nello stesso tempo era eccitata fino all’inverosimile, un zampillo giallo dalla sua figa che andò a perdersi in quell’erba riarsa, tra resti di clineks e profilattici usati , era lei la dottoressa, chiuse gli occhi quasi a ultima difesa per la vergogna che provava e lui quasi in spregio le diede un fazzoletto di carta per asciugarsi per poi …….strisciò se si può dire nell’erba fino ai suoi piedi si strofinò lentamente sui suoi pantaloni, voleva il suo cazzo, era partita, si sentiva un animale in calore, capiva che era eccitato anche lui…e ….
” Strofinati sui miei pantaloni, su datti piacere”
E lei se lo dette, sensazioni di annullamento…… la stoffa ruvida , il cuoio delle sue scarpe dove fece scivolare la sua figa come un indemoniata, voleva godere e il piacere venne, fu in lei in quella strada di campagna tra resti di fazzoletti di carta e preservativi usati da amanti e puttane….poi lui la fece salire in auto, ma questa volta non dietro ma a fianco a lui anche se nuda…..
Si chiusero le portiere di quel suv , e con loro le luci di cortesia, ora solo il leggero bagliore del cruscotto mentre il motore iniziava a ronzare. Di nuovo quella strada sconnessa verso Udine, lei lo capiva, era nuda al suo fianco, paura che la vedessero e nello stesso tempo eccitazione, non sapeva neanche come spiegarselo, ma era qualche cosa di nuovo, il brivido dell’esibizionismo e nell’obbedire a ciò che lui le comandava e così furono davanti ad un condominio anonimo, la macchina imboccò la rampa della autorimesse. Un attimo, la saracinesca si aprì lentamente, lei fremeva, paura e altro: poi si fermarono. Ora doveva scendere, il suo cuore batteva all’impazzata. Lo capiva da sola dov’erano, in un condominio di Piazzale Osoppo dove una volta c’era un cinema….Alla fine giunsero al suo piano, per fortuna non incontrarono nessuno.
Era quasi comica, le aveva permesso solo di indossare la giacca del suo vestito mentre il resto era rimasto in auto. L’appartamento era giocato tutto sui colori scuri, un appartamento da single con ancora valige in corridoio con libri e documenti sparsi un po’ dappertutto.
Si vide allo specchio dell’entrata, era un donna diversa , vestita con una giacca e quello che rimaneva non era altro che le scarpe con il tacco alto che portava, per il resto era nuda, quella giacca stretta poi le comprimeva il petto facendo apparire le sue tette quasi di una misura più grande tanto erano spinte verso l’alto da quell’unico bottone che la chiudeva. Il suo cespuglio ambrato, e nonostante tutto si piacque . E mentre erano li squillò il telefono, il suo telefonino vibrò nella borsetta che portava.
Prese paura, non se l’aspettava ed ebbe un sobbalzo, fu presa dal panico con quel telefonino in mano e lui la battè sul tempo, le prese il telefono dalla mano e rispose lui. Lei aveva riconosciuto il numero, era il fratello che la chiamava, ma lui in quel momento quasi stizzito da quel contrattempo e senza badare a sue eventuali rimostranze. La tirò verso di lui mentre parlava costringendola in ginocchio e indicando i suoi pantaloni …..un ordine muto. Lei lo capiva e eseguì, mentre lui parlava le tirò fuori il cazzo, sapeva che lo doveva succhiare, era eccitato. Quella carne nella sua bocca, lucida di quell’inizio di suo piacere, ma in quel momento non le interessava, la pulì con la lingua, la fece scivolare anche sulle sue palle, sentiva i suoi brividi, ma in quel momento era come partita, sentiva solo il suo cazzo e niente altro, se lo strofinò sul viso sentendolo irrigidirsi ancora di più. Lo segò lentamente mentre lui era al telefono, Ora, in quel momento voleva cibarsi del suo piacere era come partita, esisteva solo lei e quella carne. . Era una puttana si, se lo sentiva e lui era il cliente che voleva un pompino, ormai era partita e sentì quel cazzo vibrare, quelle vene in rilievo….a quel puntò lo ingurgitò fino alle palle..oltre la sua gola….un eccesso di tosse mentre il suo piacere le rimbalzava sul palato, piacere suo del suo padrone, le colò sul mento …..faceva tutto questo per lui toccandosi in maniera furiosa tra le gambe, il piacere lo voleva anche lei, le sue dita artigliarono il suo ventre e entrarono nella sua figa come il ferro caldo entra nel burro….in quel momento vennero tutti e due e nonostante questo la sua voce senza inflessione al telefono…..
“ La dottoressa è in bagno, non si preoccupi la farò chiamare dopo”
e continuando
“ Lei non mi conosce, ma sono un caro amico trovato dopo tanti tempo”
E detto questo riattaccò. Lei era li immobile imbambolata, in ginocchio davanti a lui, lo guardò negli occhi aprendo la bocca e mostrandogli il suo piacere che aveva sulla lingua……..quel piacere che le colò lentamente fuori perdendosi in lunghi filamenti perlacei sul suo mento e sulle sue tette…..era una specie di zomby, obbediva, con quella giacca aperta, mostrava tutto di lei, mostrava tutto al suo padrone…. Si può dire nuda, figa e culo esposti lui aspettò un attimo quasi volesse farla calmare e poi….
”Va pure di la ora, io intanto ti preparo qualche cosa da bere ti sento il cuore a mille”
E a quel punto indicandole una porta, …
“Vatti a mettere che cosa abbiamo comperato, sai che mi piaci vederti camminare davanti a me spicciati….”
Uscita dal bagno, ormai era nuda e non pensò minimamente di vestirsi si sentiva quasi a suo agio in quegli stai, lui era seduto sul divano, sul tavolinetto basso due bicchieri, la invitò a sedersi e a bere…..Ci fu un momento di tregua, le sensazioni erano state troppo forti e tutte quelle cose l’avevano messa in subbuglio, negozio, garage, fratello, la camminata nuda e poi la telefonata, tremava, lui capì che si doveva calmare..
Bevve avidamente la bibita che lui le offriva e dopo alcuni minuti lei iniziò a sentirsi strana.. intontita rilassata… tranquilla…tutte le sue preoccupazioni iniziarono ad essere lontane..non le interessava nulla..
stava bene li …si sentiva come al sicuro rannicchiata vicino a lui….quel suo leggero profumo di tabacco
Lui iniziò a parlare piano..
queste parole le entravano nella mente..nel profondo..
L’indomani non si sarebbe ricordata di nulla.. ma le parole sarebbero stampate nella sua mente..