Era stato un pomeriggio folle, pieno di sensazioni, usciti dal bagno ci buttammo un momento sul letto dove ci addormentammo di schianto, sogni contorti e nello stesso tempo un tepore indicibile, eravamo uno vicino all’altra. I rumori della casa ci arrivavano come attutiti, sentii, l’ascensore salire , dovevano essere loro, si stava preparando la resa dei conti anche se dovevo riconoscere che quel maledetto collare ci aveva come stregato , ma non mi interessava niente , collare o non collare doveva toglierselo, ci avevano invitato a cena e noi non lo sapevamo ma avevano degli ospiti .Ora la mia mano correva sulla sua schiena e lei alzandosi e mettendosi seduta sul letto girò il suo volto verso di me e sgranando i suoi occhioni mi chiese…
” ma ti piaccio ancora”
Effettivamente nel furore di quella chiavata le avevo scaricato contro una torma di imprecazioni e di epiteti che avrebbero fatto impallidire una tenutaria del più infimo dei bordelli asiatici; fui laconico…
” Sei sempre tu, mia moglie, ti amo”
Mi sorrise quasi con riconoscenza, sembrava avesse voluto avere una conferma. Incominciammo a vestirci, Clara era splendida nella sua nudità, il suo corpo era da gazzella e ….non si volle mettere uno di quei vestiti che aveva acquistato che tra l’altro non sapevo neanche come fossero dicendo che per me dovevano essere una sorpresa…… e a distanza di tempo posso dire che furono una sorpresa traumatizzante, ma questo accadde dopo; ora ritorniamo a quei momenti che finirono per scombussolarmi definitivamente la vita…..Dunque, si mise un paio di pantaloni corti modello bermuda che le fasciavano letteralmente il culo, si vedeva in tutta la sua bellezza il mandolino che aveva e effettivamente, lo devo riconoscere, il suo culo era da urlo, rimase per un attimo a torso nudo e poi indossò una maglietta con le maniche corte che aderiva alla perfezione facendole risaltare le punte dei capezzoli; li aveva turgidi, si vedeva lontano un kilometro che aveva ancora una leggera eccitazione, lasciò aperti i bottoni della scollatura lasciando intravedere così alla perfezione l’attaccatura dei seni che attirava lo sguardo. Mi sorrise con un aria sorniona . Era quasi contenta, i pensieri frullati nelle nostre teste e il pianto isterico che aveva avuto in macchina ormai erano un ricordo, la scopata imperiale che avevamo fatto sembrava avesse messo tutte le cose a posto. Ma quel collare rimaneva e notai che con un dito quasi sopra pensiero cercava di allargarselo . Così’, suonammo alla porta dell’altro appartamento; mi accorsi subito che i nostri vicini di casa non dovevano essere soli, da quella porta in rovere massiccio arrivava un brusio di voci indefinito. Ci venne ad aprire la schiava , ma si chiamiamola schiava , la convivente di quel vecchio che potevo tranquillamente definire schifoso. Con le sue battute e le sue domande ci aveva messo letteralmente nel sacco, aveva convinto mia moglie a mettere il collare e il sottoscritto non era intervenuto, E le cose erano andate così. Ora cercavamo di mettere i puntini sulle i; era ora di finirla. Questi erano i miei pensieri e in quel momento la porta si aprì, e….la compagna di quell’uomo che ci apriva la porta era praticamente nuda, come mamma l’aveva fatta, rimasi senza parole e il mio cuore ebbe un sobbalzo, non era cosa da tutti i giorni trovarsi davanti a gli occhi una donna in quegli stati, per l’esattezza non era nuda ma portava le scarpe e un collare simile a quello che aveva mia moglie. Ai seni non portava i cerchietti in oro che avevo visto ma in acciaio zincato, e poi, un altro molto più pesante le univa le grandi labbra quasi come una cintura di castità, era pesante, e le sue ninfe erano leggermente allungate verso il basso, le doveva dare un leggero fastidio perché, quando ci precedette verso il soggiorno, mi accorsi che camminava con le gambe leggermente allargate. Era oscena però nello stesso tempo quell’andamento leggermente claudicante la faceva sembrare un animale da monta perché così le risaltava il culo e la figa …..Fummo così in soggiorno, con quei mobili pesanti e scuri, c’era un’altra coppia e lui, il vecchio, era seduto comodamente su una poltrona…..Ci furono le presentazioni e mi accorsi subito che i due nuovi arrivati non erano italiani, non tedeschi ma di qualche paese dell’est…..lei era una bionda efebica, non aveva quasi il segno dei seni e portava un paio di pantaloni aderentissimi; lui invece era un tipo tranquillo, sicuramente con qualche anno meno di lei, si distingueva la differenza dell’età, Quell’uomo dalla barba bianca dopo aver fatto le presentazioni ci squadrò e fece i complimenti a mia moglie; mentre lo diceva notai ai suoi piedi una ciotola d’argento…le sue parole…Benvenuti…vedo la signora sempre più bella e affascinante e poi il collare le dona….” Ma a quelle parole scattai,
“ Siamo qui, siamo stati invitati a cena ma prima via il collare dal collo di mia moglie”
Lo dissi tutto d’un fiato, avevo quasi paura di interrompermi, ma lo dissi, quell’uomo sentendo le mie parole mi guardò con aria stizzita, nella stanza era sceso il silenzio, la sua schiava stava portando un vassoio dalla cucina con sopra un bicchiere per me e un’altra ciotola in argento. Quegli occhi….e così dicendo mise una mano in tasca e con una battuta strana…..
”Ma avevo già intenzione di togliere il collare a sua moglie, i posti a tavola sono già assegnati e lei è una schiava, il collare lo deve cambiare, poi a quanto vedo con la doccia si è sgualcito, quel cuoio non ha avuto una buona concia “.

^Presi paura, quell’uomo mi trattava come una cosa, per lui ero un oggetto, non mi considerava e non avevo voce in capitolo; ma nello stesso tempo in me l’eccitazione crebbe…essere considerata un oggetto, solo un buco, ma non potevo dirlo, che cosa avrebbe pensato mio marito?^

Ebbi in mano la chiave e guardai mia moglie, anche lei sembrava non capire quella frase tirandosi su i capelli e mi porse il collo.

^ Una sensazione strana, finalmente mi toglievano quel simbolo di sottomissione, quel cuoio nero con SvarosKy, finalmente potevo respirare, quel laccio di cuoio mi stringeva. Le mani di mio marito , quella leggera pressione data dalla chiave nel lucchetto e poi il clic…..Libera….libera……ma nello stesso tempo mi mancava qualche cosa, era una cosa strana, le visioni dei miei sogni più reconditi, essere schiava ed essere venduta ad un asta; svanivano e nello stesso tempo entravano nella mia testa con maggiore intensità. Guardavo l’altra donna completamente nuda che dopo aver appoggiato sul tavolo il bicchiere per mio marito e lasciata sul vassoio la ciotola in argento si era accucciata ai piedi del suo, “padrone” . Nuda con il collare, in più era oscenamente bardata e vista la posizione che aveva assunto l’anello in acciaio che attraversava le sue grandi labbra unendole, quasi fosse una forma di serratura spiccava in tutta la sua maligna bellezza, attirava il mio sguardo e il vecchio se ne accorse….^

“Vedo che i monili che porta la mia schiava ti interessano, “signora”,” esordì con queste parole, “Se vuoi li puoi vedere più da vicino e toccarli pure….”

^Un brivido mi percorse e così dicendo spinse quella donna verso di me; L’acciaio, brillava e la sua andatura era impacciata, quell’anello intralciava la sua camminata, visto anche i sandali con i tacchi altissimi che portava…La guardavamo tutti affascinati e io non capivo come una donna così si potesse ridurre così e nello stesso tempo, la cosa mi eccitava terribilmente, avrei voluto stare al suo posto. Davanti a mio marito e a quegli estranei, un bel corpo nudo , leggermente lucido, tonico e….il luccichio di quell’anello , ma non potevo darla per vinta a quell’uomo; in cuor mio lo odiavo e nello stesso tempo….non sapevo come spiegarlo, mi affascinava, per quel poco non l’avevo visto mai forzare la sua donna in maniera brutale ma solo ordini, scanditi senza inflessione ^

Lei ne era affascinata, mi accorgevo e lui il padrone di casa dalla barba bianca seduto sulla poltrona lo capiva anche, le chiese di toccare l’anello, la mano di mia moglie si avvicinò a quell’acciaio mentre la donna davanti a lei, aveva allargato le gambe flettendosi leggermente sulle ginocchia e portato le mani dietro la nuca stando ben diritta. …completamente in mostra, e come scena, lo devo riconoscere, faceva un certo effetto e le parole di quell’uomo….non è altro che una schiava tocca pure .
“No non possooooo”
Le parole di mia moglie
“Non è una schiava è un essere umano”
Il vecchio continuò implacabile e me lo sentivo, Clara stava per partire con una delle sue filippiche, era del segno del leone e amava essere il centro, si stava scaldando, lo capivo ma lei invece no, si lasciava trasportare e lui a quel punto rivolgendosi a lei…
”Vedi ora ti ho fatto togliere il collare, mi aspettavo la frase di tuo marito, ma ora sono sicuro che ti manca qualche cosa, ti ho vista piangere, e quel pianto era un misto di eccitazione e di rabbia perché non sei stata capace di rifiutare, ti conosco molto bene, più di quanto tu creda”
A quel punto Clara rimase di sasso , non lo capiva ma ne era attirata, mi accorgevo di tutto, e per quanto conoscessi mia moglie e nello stesso tempo una nuova parte di lei appariva; il cazzo mi pulsava, davanti a noi una donna nuda e mia moglie era letteralmente affascinata da quelle parole che ascoltava, eravamo entrati in quella casa per far togliere il collare; il collare era stato tolto ma non per nostra volontà, lui aveva già intenzione di cambiarlo con un altro e lei lo stava per rimettere, , …… E lui ne approfittò spudoratamente, rivolgendosi alla’altra donna …
”Va a prendere un collare dei tuoi, che non sia di cuoio, e poi abbiamo apparecchiato per due schiave, cerchiamo di non mandare a monte la cena”.
I suoi ospiti si misero a ridere, loro capivano e io avrei capito di li a poco…L’aria nonostante la frescura del condizionamento si era fatta pesante, nell’aria c’era erotismo e quella donna nuda attirava gli sguardi di tutti, soprattutto per come da come era stata ridotta…ma sembrava che a lei non interessasse, come un automa uscì dalla stanza . Mia moglie …..era tesa e nello stesso tempo la vedevo bellissima, aveva i capelli leggermente scarmigliati e guardava il nostro anfitrione con aria quasi smarrita, sembrava la gazzella l’attimo prima che il leone parta per il guizzo finale, e lui le stava per dare una zampata con i fiocchi…la sua compagna ritornò di li a poco; aveva in mano un anello di acciaio, vero e proprio anello da stalla con il moschettone dove appendere la catena….
” Cara signora”, esordì “ Ora andiamo a cena e vedrai che la cosa ti piacerà, una cena ottima….., l’essere schiava lo hai nel sangue”
Cercai di intervenire ma quasi d’incanto e devo dire che non me l’aspettavo la mano di mia moglie si poggiò sulla mia gamba, mi diceva di tacere ormai quel dialogo era tra lei e lui, io non esistevo, ma come, si era tolta il collare, quello che voleva…….e ora se ne stava per mettere un altro e …peggio di così non poteva andare . Diedero il collare d’acciaio a me, con la richiesta di metterglielo, lo ebbi in mano, era un anello di ferro per l’esattezza una striscia d’acciaio alta due centimetri che si apriva a scatto per poi richiudersi, era pesante e come simbolo di sottomissione il collare di cuoio che aveva portato a confronto era un foulard, il metallo era freddo, impersonale , un oggetto che voleva dire tutto e poi l’anello incorporato cui appendere la catena, ferro con ferro, …anello da animale da stalla. Mi balenò davanti agli occhi mia moglie in una stalla ridotta a vacca, i suoi seni già superbi pieni di latte e pesanti, con le punte dei capezzoli lucide da cui trasuda, vacca, in mezzo a altre vacche ridotta a animale da latte o da riproduzione e niente altro, l’eccitazione in me crebbe a dismisura e Clara se ne accorse, era eccitata anche lei, lo capivo, si stava bagnando, era rossa in volto e i suoi occhi mi guardavano luccicanti, quell’anello lo voleva per lei e lei non esisteva più voleva essere considerata un animale lo capivo. Ma prima di metterlo al collo il padrone di casa fece notare a mia moglie com’era vestita la sua schiava e….Lo capimmo tutti e due, quel “ gioco” ci stava prendendo la mano e si stava surriscaldando, Clara si guardò per un momento attorno, ebbe lo sguardo smarrito e il vecchio dalla sua poltrona
“ Spicciati, gli animali sono nudi basta tergiversare obbedisci”
Lei rimase impietrita……. questo lo si poteva considerare il primo ordine, perché se nei precedenti si poteva a tratti sentire una certa ironia mascherata da complimenti ora in quelle parole c’era una crudezza inaudita e lui quell’uomo mostrava il suo vero volto, era un padrone. Fu come stordita per un momento e poi …respirò a fondo e……si alzò in piedi, si girò di schiena, in un ultimo barlume di pudore e, lentamente si tolse la maglietta; i suoi seni ne sbocciarono come due magnifici fiori, le punte dei suoi capezzoli, turgide, svettarono libere…eccitati all’inverosimile, poi sfilò i pantaloni corti assieme al perizoma……ora era completamente nuda…Tutti la guardavamo era dannatamente affascinante e bella, il suo corpo emanava un aura di erotismo unica. E anche il padrone di casa rimase compiaciuto. Nuda, con lo sguardo basso, si spostò verso di me ma fu bloccata da un’altra frase :
” Non pretendere di stare in piedi, ti voglio in ginocchio, ora a quattro zampe come un cane va da tuo marito“
E lei lo fece, si annullò completamente, si inginocchiò, poi le sue mani toccarono il pavimento e si diresse verso di me, i suoi magnifici seni penzolavano attirati dalla forza di gravità , il suo addome bombato leggermente retratto dagli addominali tesi, e le sue bellissime gambe, era da vedere, e da amare, ma non potevo; lei ora era una cosa nelle mani di quell’uomo, non vedevo il suo volto , la sua chioma lo copriva…..seduto in poltrona mi fu così davanti mostrando agli astanti il suo corpo da dietro, sono sicuro che tutti gli sguardi erano attirati dal suo culo e dalla sua figa che si poteva intravedere, era completamente liscia e depilata e lei lo sapeva, quella sua forma di esibizionismo che conoscevo…….., ma nello stesso tempo la sentivo imbarazzata, si stava annullando completamente, sicuramente si accorgeva di essersi messa in un impaccio ma ormai era troppo tardi. L’uomo sorrideva, l’altra coppia la guardava con aria interessata…… io le poggiai il collare aperto sul suo collo delicato, me lo porgeva come un condannato alla ghigliottina, Il fermaglio scattò, freddo e impersonale, ora era nuda con un anello di ferro al collo, era un animale…..CONTINUA