Ma che cosa era diventata o stava diventando, si sentiva troia per quello che aveva fatto ; per quello che gli avevano fatto fare e il perché aveva accettato tutto in maniera supina . Lo doveva riconoscere non aveva mai goduto tanto in vita sua e ora era li sotto la doccia accucciata con le gambe aperte mentre questi pensieri si rincorrevano nella sua mente, intanto senza volere era con la schiena appoggiata al muro di piastrelle per rimanere in equilibrio e due dita immerse nella sua figa tumefatta per quello che aveva passato, le sue dita erano dentro fino alle nocche della sua mano. Era letteralmente persa in quel nirvana di brividi che stava provando. Respirava appena quasi per non disturbarsi concentrata com’era in quelle sensazioni. Quell’uomo, che cosa voleva ancora da lei. Aveva una bambina piccola, era sposata, un marito eppure se lo sentiva, se lui l’avesse chiamata sarebbe accorsa come una cagna in calore quando sente l’odore dei maschi. Si accorse che stava godendo , non ce la faceva neanche ad alzarsi in piedi da quella posizione in cui si trovava. Prese coraggio, con uno sforzo si trovò a quattro zampe come un animale, il suo corpo bagnato, le tette che le penzolavano come mammelle di vacca . Era li sul pavimento del bagno. Mugolò per lo sforzo e finalmente fu in piedi; si infilò l’accappatoio . Ora poteva raggiungere la camera, lo scalpiccio dei suoi piedi sulle piastrelle, voleva dormire e sicuramente poi avrebbe visto il mondo con altri occhi una volta riposata. Ringraziò il cielo di non avere più tracce di quello che aveva fatto e una volta che fu sul letto il sonno la raggiunse . E con il sonno con i sogni ci furono di nuovo quelle sensazioni di annullamento che aveva provato durante quella folle serata dove su era annullata e aveva scoperto di essere un’altra donna. Sapeva come lui la voleva, schiava e troia e a quel punto come dal di fuori si vide sul ciglio di una strada vestita se così si può definire di sole autoreggenti e perizoma . Sapeva di aspettare lui che l’avrebbe portata a una festa; festa dove lei sarebbe stata il centro delle attenzioni di tutti sia maschi che femmine. Lui era stato molto chiaro al telefono:
“ Lubrificati la figa e il culo, non avrai tempo di eccitarti, sei solo un buco da riempire , loro saranno già eccitati e non avranno la minima voglia di aspettare”
Una telefonata che non chiedeva neanche una risposta. Era un ordine bello e buono, lei era solo una schiava e niente altro, doveva solo obbedire. Un auto che si avvicinava , il lampeggiare dei fari, era lui , poi il clacson, quel suono. Era un sogno perché stava squillando il telefono posto sul comodino del letto al suo fianco. La voce pimpante di suo marito contento di averla trovata, nel sottofondo delle parole di lui, sentiva la sua bambina chiacchierare. Chiedeva dove fosse e quando seppe che era a casa lo sentì felice ….
” Allora questa sera andiamo a cena fuori, la bambina dorme dalla nonna , così avremo una serata tutta nostra , mi raggiungi qui così poi andiamo in centro a vedere l’abito di cui mi avevi parlato e le scarpe che si adattano a lui”
Si, le scarpe pensò tra se e se scarpe basse che lei portava di solito e non scarpe dal tacco assassino come piaceva al vecchio porco, il suo padrone. Comunque si doveva preparare doveva rientrare nella parte della madre di famiglia, moglie perfetta e professoressa integerrima che non ammette ne battute e doppi sensi , solo la sua collega, sapeva quello che era realmente. Ma una volta riattaccato il telefono ebbe un tuffo al cuore; c’era un messaggio, da un numero sconosciuto. Intuiva che era lui il vecchio….erano parole di lui che la ringraziava per la magnifica serata che gli aveva permesso di passare. Si sentì quasi lusingata e nello stesso tempo ripercorse mentalmente tutto quello che aveva fatto e le avevano fatto. Dalle parole scritte di lui, sembrava che quello che era successo era stata ordinaria amministrazione: una cosa normale, eppure quella serata le aveva cambiato la vita. Prese paura, per un momento avrebbe voluto ricevere un ordine; qualche cosa di sporco, se lui avesse voluto sarebbe scesa in strada a farsi scopare senza nessun problema giocandosi la sua reputazione per mostrare a tutti che razza di schiava e troia masochista era diventata. Ma quelle parole scritte erano di tutto altro tenore. Così una volta chiuso il telefono si iniziò a preparare per l’appuntamento con suo marito e il suo capolavoro come lei chiamava sua figlia. Un attimo di esitazione mentre aveva in mano gli slip. Li buttò nel cassetto da dove li aveva presi e indossò un paio di legghins fascianti che mettevano in risalto le sue belle gambe di cui ne andava fiera. Lei era fiera come del suo fondo schiena che fasciato da quel capo di abbigliamento assumeva la forma di un mandolino perfetto. Era così in casa, scalza e a torso nudo, vestita solo di quei pantaloni. Si guardò allo specchio……era vero, l’effetto della gravidanza si faceva ancora sentire sul suo ventre…Le sue tette non le piacevano anche se aveva allattato e le sue tette si erano un po’ ingrossate rimanevano tette da ragazzina. In quel momento voleva sembrare una ragazzina così infilò una maglia larghissima che le poteva fare quasi da mini vestito. Si fermava esattamente all’altezza del suo mandolino. Lo voleva fare per suo marito, così si dette una ravviata ai capelli e in bagno si diede un trucco leggero, lucida labbra per mettere in risalto la sua leggera abbronzatura da bionda. La sua carnagione era come ambrata, un tocco alle ciglia e si guardò allo specchio nuovamente: l’ovale del suo viso così sapientemente truccato era perfetto…..Guardando quel volto si rivide nella sua mente come quando era entrata in casa. Le occhiaie, il suo volto livido di stanchezza con tracce di piacere maschile ormai disseccate tra i capelli e in alcuni punti del volto. Lo doveva riconoscere, era un’altra persona. La cagna assatanata non esisteva più e al suo posto era ritornata la donna perfetta. La professoressa e madre integerrima. Così fu fuori. Una corsa in macchina nel traffico cittadino e una volta superato il tram della linea 9 fu sotto la casa dei suoi dove era attesa da sua madre e dal resto della sua famiglia che si era fermata ad attenderla. Era la casa dei suoi dove aveva passato tutta la sua vita prima di sposarsi. Ricordi belli e brutti, potevano starci presa com’era da questi pensieri. Il vecchio, il porco era ormai finito nel dimenticatoio. Sua madre la trovò in gran forma, i soliti convenevoli e poi di nuovo fuori con il suo uomo a fare acquisti. Lui aveva occhi solo per lei, lo doveva riconoscere era da urlo. Quando si voleva mettere in tiro sapeva il fatto suo. Una volta in centro più di un ragazzo si girò a guardarla, lo capiva….. Anche suo marito se la mangiava letteralmente con gli occhi, sotto quella maglia lunga di cotone estivo si intuivano le punte eccitate dei suoi capezzoli. Era eccitata anche lei. Si poteva dire che era la prima volta che usciva senza intimo e la cosa le provocava un certo non so che. Così furono alla fine davanti al negozio che le interessava di cui ne aveva parlato a suo marito. In vetrina troneggiava un magnifico vestito estivo che una volta indossato da lei sarebbe stato la festa per gli occhi di tutti quelli attorno a lei. Prese paura, quell’abito aveva delle trasparenze uniche, quando lo aveva visto la prima volta non ci aveva fatto caso, si, era leggero ma non fino a quel punto. Le trasparenze erano assassine e ora se lo sarebbe dovuto provare e avrebbe mostrato il mostrabile. Ormai i giochi erano fatti e così entrarono. Un ambiente fresco di aria condizionata e una musica di sottofondo, era filodiffusione….Un ambiente affascinante, il classico profumo di stoffe . Suo marito rimase senza parole nel vedere quell’abito che lei voleva acquistare. La classica frase di circostanza…
” Forse è un po’ trasparente , un vestito da indossare solo al mare…..”
E lei per tutta risposta…….
“ Sai bene che una cosa del genere non me la metterei mai in città, anche se a Milano se ne vedono di tutti i colori.”
Fu così che nel camerino. Si accorse che la stoffa era effettivamente trasparente, impalpabile e a quel punto si pentì di essere uscita anche senza reggiseno. Se suo marito non si era accorto dei suoi capezzoli turgidi che spingevano la stoffa del bluson che portava. Ora li avrebbe avuto ben in vista e glie li avrebbe sbattuti in faccia. Quell’attimo di esitazione, il fresco dell’aria condizionata che le accarezza la pelle. Un brivido leggero e fu questione di un secondo, non voleva mostrarsi completamente nuda sotto quel vestito. I pantaloni che portava le fasciavano le gambe e così indossò sopra il vestito senza toglierli. E suo marito quando lei uscì dal camerino rimase a bocca aperta come folgorato. Era bella, dannatamente bella, quel corpo e il suo volto erano di una sensualità unica che solo una donna in certe occasioni era capace di sfoderare. Lo capiva, quel vestito indossato da lei gli piaceva da matti. Ma nonostante tutto….
” Mi devi prometterei metterlo solo al mare e non in altre occasioni “
Lo ripeteva era la sua maniera di esprimere la sua gelosia. Non apprezzava i capi troppo appariscenti anche se alle volte…..Per questo si erano trovati. Per i loro amici erano una coppia perfetta e affiatata. Qualche cosa però era cambiata, lui non lo sapeva ma dopo quella notte lei sapeva che era diventata un’altra persona. E mentre lui la guardava con quell’abito da urlo avrebbe voluto dirgli che cosa aveva fatto e che si era divertita. Perché poi quel vecchio non la chiamava. Senza volere si era quasi innamorata, lo capiva perfettamente, era rimasta affascinata da quella forma di imposizione che la brutalizzava sotto tutti gli aspetti. Per questo la faceva godere. Uscirono così dal negozio allegri e felici. Dal di fuori erano una coppia perfetta, almeno questo lui lo credeva e cosi andarono a prendere l’aperitivo in “Galleria” vicino a pazza Duomo. Li una volta seduti mentre sorseggiavano tranquillamente un Martini lei lo vide. Si, era lui con un’altra persona, una donna. Sembrava la persona più mite di questo mondo e non potè fare a meno di salutarlo anche se era con il marito. Si fermò un attimo presentando la signora e facendo così la conoscenza del marito, erano i soliti convenevoli …
” Scusatemi non ho presentato la persona che è con me, mia sorella, quest’anno suo nipote si iscriverà nella sua scuola all’ultimo anno. Lui ormai è maggiorenne, ha perso un paio d’anni causa un brutto incidente, ma ora è passato tutto”.
Parlarono poi ancora, lui si informò della loro figlia. Faceva la parte del nonno anche se lo si capiva, almeno lei di sua figlia non le interessava niente, quegli occhi la stavano analizzando…..