Lavoravano all’unisono mentre la donna le estraeva il cazzo artificiale dalla fica l’uomo affondava il cazzo nella sua bocca…lei per un momento ne fu come sballottata, presa allo spiedo poi prese il loro ritmo , succhiava con avidità nei momenti in cui l’altra diminuiva la pressione…Era nuda , aperta con le tette a penzoloni che sballottavano sotto quei colpi, a momenti non riusciva neanche a respirare, aveva paura e nello stesso tempo sentiva il piacere crescere dentro di lei, avrebbe voluto avere anche un cazzo che le trapanasse il culo. Il terzetto era guardato, due donne che si davano il piacere mentre una aveva anche un cazzo in bocca……continuavano……… poi il ragazzo che era arrivato con loro fu come preso da un raptus e si spogliò nudo menandosi il cazzo, si distese vicino a loro e lei capì, sentì quel cazzo artificiale uscire completamente dalla sua figa, le mani della donna le presero i fianchi e la forzarono a spostarsi sul ragazzo….sopra il ragazzo, su quel corpo nudo dal cazzo in tiro e teso dall’eccitazione era giovane dai muscoli guizzanti, voleva la figa e…la ebbe……. obbligarono lei a calarsi su quel cazzo , per un momento i due sospesero la loro azione per permettere a lei di infilarsi, lo fece lentamente chiudendo gli occhi per gustare quella carne dura che in un attimo le arrivò a battere sul collo dell’utero affondava in lei come nel burro, il suo buco era stato allargato in maniera spropositata da quel cazzo finto che portava la donna. Si era formato un buco nel suo ventre e ora . ebbe paura, capì che la donna ora puntava verso il suo buco scuro la sua rosetta ; non ne voleva sapere, era troppo grosso l’avrebbe lacerata , letteralmente divelta. Fece per divincolarsi ma il ragazzo la bloccò su di lui, la tenne abbassata schiacciata sul suo corpo, non riusciva a muoversi e la donna ne approfittò come avesse ricevuto l’ok. Senti quella plastica appoggiarsi al suo culo e lentamente iniziare ad entrare , ma prima la donna sputò tra le sue chiappe come per lubrificarla. Lentamente quel ” palo” si fece strada nelle sue viscere si sentiva allargata, la sua rosetta era tesa e per in niente avrebbe iniziato a sanguinare, era al limite . Era violentata, le partì un grido sovrumano di rabbia, dolore e nello stesso tempo piacere, piacere di trovarsi in quelle condizioni. L’avevano comperata, avevano comperato i suoi buchi per giocare per aprirli e farci quello che volevano. Si sentiva sballottata ma soprattutto si sentiva piena, non aveva neanche più urina da scaricare per far posto a quella introduzione, un sordo lamento continuo…… il cazzo finto e quello di carne la stavano stantufando …la sua bocca era aperta, sbuffava , ansimava e nella sua bocca con rabbia l’altro uomo le infilò il suo cazzo. Ora era realmente piena, presa in tutti e tre i suoi buchi, avrebbe avuto a disposizione ancora le mani e nella sua testa non si sarebbe meravigliata che se ci fossero stati altri due le avrebbero messo sicuramente il cazzo in mano da segare. Era li, un cazzo in bocca, figa e culo pieni, piacere e dolore, godeva, si sentiva osservata, la proprietaria dei due cani la guardava avidamente quasi si gustasse il momento in cui i due cani le avrebbero fatto la festa . Il pappa era a bocca aperta si sorseggiava una birra presa dalla borsa del ghiaccio che aveva con se, offriva da bere ai clienti, offriva la casa per il giocattolo di cui affittavano a ore i suoi buchi. Il corpo lo aveva sudato, succhiava, era sbattuta da un momento all’altro i due maschi avrebbero goduto ormai i cazzi erano al limite e esplosero l’uno nella sua figa e l’altro nella sua bocca inghiottì e quello che non riusciva ad inghiottire le colò lungo il mento, l’uomo poi estrasse il cazzo molliccio, semirigido e lo fece scivolare sul suo viso, lei era come infoiata, un gemito sommesso e quel cazzo cercava di seguirlo con la lingua quasi per assaporare le ultime gocce di piacere che aveva. Il piacere del giovane le tracimava dalla figa e andava a confondersi con il sudore che aveva nell’interno delle cosce ; fradicia di piacere, e nella sua testa la goduria c’era. Provava piacere immenso dalle sensazioni che percepiva e un altro tipo di piacere tutto di testa di tipo masochistico nel sentirsi costretta in quegli stati. Era una puttana, una troia e di questo se ne eccitava . Eccitata di quello sporco in cui era caduta. Le prime videate sul computer, gli ordini e la prima volta in cui aveva sentito la voce rivolta a lei…
”anche qui sono arrivate le puttane “
Era con quel minivestito aderente come una seconda pelle e diabolicamente corto. Di proposito seguendo l’ordine non si era messa altro sotto e camminando era salito, tutto così potevano vedere il suo culo, la fine del suo culo all’incrocio con le gambe. Si era depilata di proposito ed era liscia come una pesca e più nuda, che vedessero tutti le sue forme. E tutti le videro, quando si tolse il vestito, per un attimo quando si infilò il suo minuscolo bichini bianco che aveva preso sull’onda di un ordine. Un perizoma di tipo brasiliano, quella paura che aveva provato quando i maschi si erano distesi attorno a lei e l’avevano poi seguita quando se n’era andata. Si era sentita cagna in mezzo al branco di cani in calore, aveva avuto paura e nello stesso tempo aveva provato un piacere strano l’apprezzavano come buco e niente altro e questo le dava eccitazione. Smisero, si chetarono si sfilarono dai suoi buchi. Lei rimase immobile piantata sui gomiti ansimante……. sborra dalla figa, sborra dalla bocca e il culo le era rimasto aperto, forzato da quel cazzo posticcio, un palo di plastica. Lo aveva ricevuto nel culo durante la notte, il suo padrone del nord l’aveva inculata e la sua amica Giulia le aveva infilato la mano dentro, e ora quella maxi penetrazione era letteralmente sfondata aveva paura, forse i muscoli del suo sfintere si erano allentati e non sarebbe più riuscita a trattenere niente, non era altro che un animale, ridotta a una scimmia che come mangia caga. Sporca e lercia, ondate di sudore suo e dei suoi clienti le giungevano alle narici . Come in trance si portò la mano al ventre e iniziò a masturbarsi, la guardavano tutti esterrefatti . Si stava toccando, era in un altro mondo, partita per la tangente, come se ne volesse ancora, voleva cazzi , cazzi solo cazzi che la prendessero ancora, si sentiva un animale da monta . La sua mano sporca del piacere del ragazzo, del preservativo pieno che aveva stretto corse alla sua bocca e mostrò a tutti come si succhiava e si puliva le dita . Il piacere di quel sapore e del sapore della cosa marrone che le era colata dal culo tanto era stato aperto, leccò, mangiò, bevve come un indemoniata .E fu quasi presa da un attacco isterico, chiese ad alta voce di essere presa , presa in qualunque maniera che la costringessero……
” Padroni….. sono una cagna prendetemi ho tre buchi riempiteli ancora sono qua, avanti ne voglio ancora, sono un cesso, se non ce la fate più svuotatemi sopra di me nella mia bocca……”
Parole che non si sarebbe mai aspettato di dire. Gli altri i clienti che erano attorno a lei si misero a ridere .
“ Ci sono delle altre persone, sono arrivate mentre chiavavate e se la signora con i cani non ha niente in contrario possono approfittare questa femmina è andata, è esclusivamente fatta per il sesso, sembra più ne abbia più ne voglia”
I due nuovi arrivi erano due ragazzi giovani erano stati attirati dalle grida di lei, erano escursionisti e arrivati nello spiazzo di quel boschetto che era sopra l’autostrada erano rimasti a bocca aperta vedendola presa in quel modo……. pagarono, si avvicinarono a lei che si mise in ginocchio davanti a loro, le sue mani corsero sulla patta dei pantaloni dei due e estrasse i cazzi , li iniziò a segare con rabbia quasi volesse farli sborrare subito e quando furono duri abbastanza se li incominciò a strofinarli sulle tette e sul viso, le sue parole, sottovoce
“ Lavatemi , sborratemi sono una cagna, voglio la sborra che avete nei coglioni la voglio tutta, datemi da bere sono un contenitore di sborra “
E così fu, i due giovani erano già infoiati con quella visione che aveva loro dato il terzetto. Non era da tutti i giorni uscire in una radura e scoprire una donna alla catena che si faceva prendere da un’altra femmina e da due maschi. Lussuria allo stato puro, sporcizia, lei aveva il culo semi aperto dall’introduzione di quel palo di plastica che aveva avuto, le bruciava, le faceva male ….non sapeva neanche lei che cosa le colasse fuori, era sporca di tutto dopo ogni chiavata si era spalmata i preservativi addosso e se erano stati nel culo tanto meglio era un cesso, si sentiva l’ultimo dei cessi e la merda era quasi il suo elemento. I due non fecero a tempo ad infilare il profilattico che le sborrarono addosso, prese al volo uno spruzzo di sperma aprendo la bocca ma il secondo le finì in faccia e ne fu quasi accecata , sperma nei capelli, sul viso , sui seni, se lo toccò con le mani come sorpresa e le dita inzaccherate se le portò alla bocca, ebbe un orgasmo per quella situazione lanciò un grido, la mano libera corse al suo ventre e si piantò due dita nella figa era stravolta, con un filo di voce alzò la testa e da quella maschera piena di piacere, dalla sua bocca che rigurgitava stille bianche le parole,
“Lavatemi, pisciatemi addosso non sono più niente, sono qui per prendere di tutto e basta.”
I due si guardarono di sottecchi e guardarono il pappa che si stava contando i soldi , l’uomo annuì con il capo e così , tenendosi il cazzo le urinarono addosso, uno zampillo giallo,la colpì in pieno volto, questa volta non era sborra ma piscio dall’odore acre, lei aprì anche la bocca, bevve avidamente come persa in un mare di lussuria e piacere si strofinò tutto quel liquido giallo sul corpo respirando con affanno, si guardava le mani che correvano sulle sue tette e sul viso per pulirsi dei filamenti bianchi grazie a quella doccia naturale. Il poco trucco che aveva finì per fondersi e la sua faccia non fu altro che una maschera di vizio e lussuria. Ormai toccava il fondo e lo sapeva di li a poco ci sarebbero stati anche i due cani. Solo i suoi buchi , era un oggetto. Gli uomini si allontanarono e la guardavano in silenzio, mentre succedeva questo anche gli altri due che l’avevano chiavata in bocca e in figa approfittarono per scaricarsi sulla sua schiena sui suoi cappelli. Ebbe una doccia di urina che inzuppo quella coperta che era stata distesa tra l’erba, rimaneva sempre la catena che aveva attaccata alla caviglia che si fissava in quel paletto, quasi a significare che lei era un animale , un animale dal culo sfondato, Si vedeva una voragine rossa tra le sue chiappe e una figa infiammata, il monte di venere tumefatto dagli affondi vigorosi che aveva ricevuto da tutti quegli uomini. Ora era immobile pronta ad eseguire i nuovi ordini e sapeva perfettamente che doveva dar piacere a due animali, e che forse le avrebbero sborrato dentro. Ma l’accompagnatrice, la padrona di quegli animali vedendola nello stato in cui era ridotta dette un ordine secco.
“ I miei due cani non si accoppieranno con quella li su una coperta pisciata, sono animali puliti, non ho nessuna intenzione che si sporchino con il piscio degli uomini., via la coperta la prenderanno sull’erba come si fa con una cagna.”
Erba, erba per modo di dire una sterpaglia secca bruciata dal sole con resti di preservativi e di fazzoletti clinex, ma alla donna non interessava, ci teneva ai suoi animali, e lei invece era una cosa e basta, non era altro che la cagna con cui si dovevano accoppiare. La professoressa era immobile, lei non centrava, aspettava solo gli ordini su come si doveva mettere per prendere i cazzi dei cani. Abbassò la testa aspettando. Il pappa allora le si avvicinò, la fece alzare in piedi e prese quella coperta fradicia di sudore piscio e altro; la buttò con non curanza nel furgone sopra il materasso e poi…
” Visto che è una cagna spostiamo il collare lo mettiamo nuovamente al suo collo”
Così fu, sentì le catene che le lasciavano la caviglia libera per fissarsi al collo, osservò quella fila di anelli che finiva nel lucchetto del paletto fissato alla terra. L’erba secca, quegli stecchi le davano fastidio, aveva le ginocchia in quella ghiaietta mista a sabbia di mare portata dal vento, il suo sguardo fu colpito da un profilattico secco e usato che era vicino a lei e da fazzoletti di carta. Le sembrava di essere in un immondezzaio, ma sentiva in cuor suo che era il suo posto e il suo eccitamento crebbe ancora di più., le parole dell’uomo che si rivolgeva a quella donna.
“ Ecco adesso la cagna è pronta , perfetta per i suoi due cani, ne può fare quello che vuole, se vuole tutti e due assieme o uno alla volta, a me non interessa e poi ha pagato per due decida lei”
La donna si mise a ridere e ridendo chiese se la potevano cedere a lei,
“ Mi servirebbe proprio un animale simile, le farei inanellare seni e figa , sarebbe perfetta e poi la professoressa….”disse il suo nome, e a de….M…. venne quasi un colpo, l’aveva riconosciuta
“ Credo piacerebbe una cosa simile, basta uomini e donne, sarebbe solo mia, la mia schiava”
“Parli con il suo padrone rispose il pappa stizzito io non ho voce in capitolo”
“Vedremo il da farsi” e con quelle parole fece avanzare i cani che guaivano di eccitazione; lei era immobile alla catena. CONTINUA