Arrivarono in albergo, esauste, il metre notturno rimase a bocca aperta vedendole. Era una coppia formidabile, una bionda e una mora , stavano ridendo sui loro volti nonostante il sorriso i segni di una notte di follie. Susy aveva scopato tutta la notte, e non riusciva a contare gli amanti che si erano succeduti tra le sue gambe e che si erano gustati il suo corpo. Lei era stata impalata da un amante meccanico davanti a tutti e aveva dato uno spettacolo fetisch unico, quando aveva assaggiato il dildo che l’avrebbe sodomizzata …In taxi avvicinando la bocca all’orecchio di lei, Susy le disse cha aveva goduto come una pazza ma lo stallone del castello le mancava …sapeva che l’indomani quando avrebbero raggiunto M…..avrebbero visitato un allevamento di cavalli…… . Lei la rivide come quella notte con tra le mani il membro del purosangue nelle stalle del castello mentre si faceva sborrare addosso, ebbe un fremito, era stata simile a una baccante, infoiata con gli occhi lucidi, quasi una pazza ….sapeva che prima o dopo si sarebbe fatta possedere dalla bestia…….Si ricordò che anche lei era salita in groppa all’animale e nuda si era strofinata le ninfe sulle setole del manto provando un piacere perverso. Il tassista le occhieggiava dallo specchietto, si accorsero e senza parlare si capirono al volo… le due donne si baciarono avidamente …….per dargli un ricordo. In camera quando giunsero il letto le accolse e si addormentarono completamente vestite. Lei sogno M… nella stanza del castello quando si erano amati come un uomo ama una donna, senza fronzoli chiamandosi con mille e mille nomi diversi e togliendoseli uno ad uno, il suo sorriso, il suo calore , profumo, le sua mani che correvano sul suo corpo e lo accarezzavano . Era lui, lo voleva, sapeva che tra non molto lo avrebbe raggiunto …nel sonno increspò le labbra con un tenero sorriso. Si svegliarono nella tarda mattinata, il volo era alla sera tardi e avevano tutto il tempo per riposarsi ancora e fare i bagagli con calma. Susy passò nell’altra stanza, le due camere erano comunicanti, lei in quel momento di solitudine volle chiamarlo al telefono per sentire la sua voce, aveva voglia di masturbarsi. Si distese così comodamente sui cuscini, allargò le gambe e con una mano sul ricevitore aspettando la linea con l’altra iniziò ad accarezzarsi lentamente……
“Proto, chi mi parla”
“Sono io ho voglia di te, sono sul letto, sono nuda e ho le gambe allargate mi sto toccando”. “Allora toccati, tra un po’ partirete e domani ci rivedremo, ci incontreremo, ho anch’io voglia di te, mi manca il tuo sorriso e i tuoi buchi, amo sentirti fremere,…… l’attimo prima che ti arrivi l’orgasmo. Quando il tuo respiro si fa affannoso e ti esce dalla gola il gorgoglio di goduria, il tuo grido di piacere, diventi un’altra. Come stai? Hai passato bene la notte della festa al Hellfire?”
“ Ho avuto un amante meccanico per tutta la notte, mi sono impalata pensando a te”.
“Lo so, l’ordine era mio, immaginavo che Inge vi avrebbe portato li, ama tormentare il suo uomo”……
Ebbe un brivido, per un momento si sentì proprio nelle sue mani era il suo giocattolo ma questo a lei piaceva e ne provava un brivido perverso….
”Mi sono impalata davanti a tutti ero come un essere di un altro pianeta con la tuta il latex che mi avevano fatto mettere…” “…..
”Mi arriveranno le riprese, le vedremo assieme e tu mi racconterai tutte le sensazioni che hai provato , le voglio sentire dalla tua bocca , me le bisbiglierai mentre ti masturberai sul mio cazzo, dove ti sei impalata?”
“In una gabbia di cristallo, in vista, davanti a tutti, chi voleva entrava e mi poteva leccare le ninfe , l’unica cosa che avevo esposto e libera, lo hanno fatto in diversi, sia donne che uomini, gli uomini poi hanno goduto sulla mia tuta di latex, sul nero della tuta spiccano ancora le macchie bianche di sperma ormai seccato , me l’hanno data , il cinese ha voluto che la tenessi te la mostrerò…….”
“Ora vai in bagno, voglio che tu ti masturbi, metti il telefonino sul bordo della vasca e riprenditi, masturbati fino a fartela addosso, ti devi sporcare , il tuo sporco il mio piacere…IL NOSTRO PIACERE io e te siamo uguali”.
Parole taglienti che la colpirono, amava anche lui le sue perversioni. Come in trance si alzò dal letto, e si diresse in bagno , piazzo il telefonino in modo che la riprendesse, scese nella vasca, la tappò e li iniziò a masturbarsi, lentamente si strofinò le ninfe, sentiva i cerchietti, spiccavano anche i cerchietti che aveva sui capezzoli, era una dea, le vennero in mente i dipinti della villa dei misteri a Pompei, il rosso, le donne nude. Quasi un iniziazione….ora toccava a lei. Lei era il centro, si masturbava per lui. Lui la guardava…….sentiva che a modo suo l’amava , voleva annullarsi……e si annullò le sue mani come prese da un parossismo iniziarono a toccarla con furore, si pizzicava , si masturbava con rabbia , si infilava le dita, una, due, quattro, la mano intera fino al poso, si apriva, nel colmo le scappò un getto di urina , non paga bagnata si girò sul fianco mostrando il suo fondo schiena e la rosetta scura, , si piantò dentro le dita a fondo, il buco ormai era elastico per le plurime introduzioni che aveva avuto, si squartò il culo, si sporcò di liquido marrone che ne usciva, il piacere ormai la prendeva, piscio e perse altro piacere suo, era infoiata, si pulì le mani sul corpo, la sua lingua uscì come in un ritratto di lascivia, assaporava il piacere , stava diventando parte di lei, si lasciò andare in un grido liberatorio………chiuse gli occhi per gustare le ondate che gli arrivavano dal basso ventre sempre più forti, sempre più forti quasi come una droga ..Sapeva che lui la stava guardando , sottovoce scandendo il labbiale …
”Toccati porco io e te siamo uguali………”
.Il piacere arrivò anche a lui a migliaia di chilometri di distanza. Si riebbero , fu il momento dei saluti di un bacio telefonico, poi la linea cadde. Rimase così sola, un bagno ristoratore per vincere la stanchezza della notte e per pulirsi dal piacere e altro che aveva sul corpo per il numero fatto con lui. Entrò in bagno Susy …
”Dai spicciati io passo alla mostra, poi un giro di compere …..”
Si rivestì, si mise un minivestito leggero che le cadeva come una seconda pelle e le arrivava molto sopra il ginocchio, lo aveva stretto sotto i seni quasi stile impero,era di vual di viscosa, leggermente trasparente, lei per uscire come intimo si era messa un bustino e stava benissimo. Era favolosa, in un primo momento passava inosservata ma poi guardandola quella stoffa cadeva in maniera perfetta sul suo corpo e lo faceva risaltare, il suo caschetto nero incorniciava alla perfezione i suoi occhi verdi, portava scarpe mischu con tacco da dieci. Bellezza messa ancora più in risalto da un sapiente gioco di accostamenti, così si presentò alla mostra dove Susy era intervistata , aveva avuto un grande successo e gran parte delle opere erano state vendute. Era stata venduta anche la statua ma sarebbe stato l’ultimo oggetto a lasciare il loft. Finita l’intervista si lanciarono in compere selvagge si fiondarono alle Trump Tower n. 725 della V Evenue, chi è stato a New York sa che negozio si trova. Furono spese pazze. Abbigliamento, intimo, scarpe e borse . Le due donne si scatenarono , Lei entrò in un camerino seguita da una commessa, e Susy nell’altro; la commessa vedendola vestita solo dell’intimo per provarsi i capi rimase a bocca aperta. Vestita solo del bustino e un paio di slip ridottissimi. Il bustino aveva le coppe solo accennate i suoi seni così già abbondanti erano messi ancora più in risalto e gli anelli che le ornavano i capezzoli spiccavano in tutto il loro splendore perverso . Si accorse anche degli anelli che portava alle sue ninfe, si vedevano perfettamente spiccare i cerchietti in oro sotto la seta del minuscolo slip. Indossò un magnifico completo giacca pantaloni che le scendevano stretti alla caviglia esaltata dal tacco da dieci che portava…le sue gambe così erano ancora più lunghe e l’effetto era tutto da ammirare. Il completo le stava a pennello, decise di tenerlo per il viaggio. Uscite così dal negozio con altre buste ricolme di intimo e abiti, erano due turiste in quel momento, Susy prese pantaloni e maglioni come nel suo stile , capi che facevano risaltare la sua figura sportiva . Erano contente, partirono in taxi alla volta dell’albergo, il Surrey, ormai l’ora della partenza era vicina. Ci fu solo un attimo di disappunto, la donna delle pulizie del piano, una sud-americana vedendole partire chiese dove andassero e saputo che erano dirette in Guatemala cercò di convincerle a desistere per quel viaggio, poi con grande suo dispiacere visto che non riusciva nel suo intento diede a Lei due piccole piume di gallina con un ossicino in mezzo…..
” Lo tenga sempre con se madame le porterà fortuna e gli spiriti malvagi non la potranno toccare ” Lei ebbe un sorriso e lo infilò in una tasca del portafoglio ringraziandola. Se era un porta fortuna ben venga pensò doveva incontrare M.. .. lo voleva incontrare, era il suo uomo il suo padrone e di li a poco ci sarebbe stato il volo. Così fu, la solita corsa nel traffico caotico, lo scarico dei bagagli ,le interminabili file ai controlli , passaporti, visti di uscita, ma finalmente furono a bordo. Quasi come un liberazione sentirono il chiudersi dello portellone, il rombo dei motori e il classico beccheggiare dell’aereo che si avvia verso la pista di decollo…….. Avrebbero fatto scalo in Florida per poi dirigersi verso Citta del Guatemala . Diversi posti dietro a loro in classe turistica sedeva anche il cinese con il suo volto impenetrabile . L’uomo di madame Fong, andava li anche lui. C’erano diverse case di piacere da visitare e controllare. Sapeva che lei aveva chiesto a M…..di ritornare nella gabbia, ma sapeva anche che aveva chiesto a lui di voler provare sensazioni più forti, lo sporco e il masochismo allo stato puro attiravano quella donna come le mosche sono attirate dal miele, i suoi filmati erano in tutte le case di piacere e quelle notizie di essere portata di nuovo dentro la gabbia avevano fatto sorridere Madame Fong, se voleva essere nuovamente schiava le porte di un bordello di Bangkok si sarebbero aperte per Lei e per quel vizioso di M……Ricordava ancora quando nella foia della lussuria quella donna si era fatta spruzzare il piacere dei maschi sul suo corpo e con una gestualità unica lo raccoglieva sulle dita per portarselo alla bocca….aveva letteralmente fatto impazzire tutti i maschi presenti, e la cosa non fu sporadica ma lo fece ogni qual volta poteva, i maschi aspettavano quel momento e anzi chiedevano se avesse già fatto quei gesti e avesse mangiato, erano arrivati al punto di lasciare per un momento le puttane delle camere per correre a scaricarsi sul suo corpo e vedere lei mangiare, quella donna era vissuta per giorni di solo sperma, senza quasi lavarsi tutta sporca e appiccicata e in quegli stati ne gioiva……Il collare, gli anelli e quei pochi vestiti che portava la esaltavano, faceva di tutto per mostrarsi e eccitare i presenti………. Non era un volo diretto, fecero uno scalo intermedio dove si fermarono un paio d’ore, le fecero scendere, poi di nuovo in volo. Lei era tutta eccitata , bramava, sognava la sua bocca sulle sue ninfe , le sue mani che correvano sul suo corpo dandole piacere, il fremito che provava ogni volta quando questo gioco iniziava, amava leccarla e succhiarla. Lui amava passare anche delle ore a gustare il suo corpo in questa maniera, fino a portarla al più completo parossismo. …Tra alcune ore lo avrebbe incontrato e nella penombra dell’aereo con questi pensieri accavallò più volte le gambe nervosamente, fece saltare un bottone della giacca e la sua mano corse sul suo seno, sentì sotto le sue dita il capezzolo inanellato che si stava indurendo , lo pizzicò, lo strofinò con la punta dell’unghia,dal suo petto si irradiò un calore che lei ben conosceva, sapeva che di li a poco avrebbe raggiunto il suo ventre , chiuse gli occhi, il piacere stava arrivando lento inesorabile per poi entrarle in testa , un lampo, un grido soffocato. Susy che pisolava accanto a lei sentendola muoversi capì al volo.
“Ti tocchi gatta che non sei altro, preparati per lui sei una cavalla imputanita, non posso aiutarti i giorni passati a New York mi hanno stesa”
Mentre le diceva queste cose si accesero le luci, l’aereo iniziava la sua discesa verso l’aeroporto di Città del Guatemala, ora tra poco lo avrebbe incontrato, era felice……CONTINUA